Cortinametraggio 2025, Maddalena Mayneri presenta il ventennale

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Maddalena Mayneri

Venti anni unici, indimenticabili, davvero “forti”, come recita il motto della 20ª edizione di Cortinametraggio, il festival di riferimento per i cortometraggi italiani che anche quest’anno si svolgerà nella splendida cornice di Cortina d’Ampezzo dal 17 al 23 marzo 2025 e alla testa del quale troviamo ancora – come sempre – Maddalena Mayneri. Che promette una edizione “memorabile”, nella quale celebrare due decenni di talento e creatività e ospitare nomi importanti nel panorama del nostro cinema, anche quello ‘lungo’.

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Come già annunciato, infatti, con l’ospite d’onore Chicco Salimbeni (Radiofreccia, Baarìa)  – che nel 1997 vinse la prima edizione del festival con la guerra delle merendine di Dobra Sgnobra – ci saranno anche Pippo Mezzapesa nella giuria del Miglior Corto Assoluto, Andrea Roncato che premierà il miglior corto di commedia, Leonardo Maltese e Sara Ciocca per le nuove generazioni della Giuria Young.

 

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Si avvicina la scadenza del 7 febbraio, quando si chiuderanno le iscrizioni alla nuova edizione, quali sono i numeri a oggi?
A poco meno di un mese dalla scadenza del bando, ci sono già arrivati oltre 360 corti,  ma tendenzialmente ce ne arrivano tra i 400 e i 500. Un numero importante soprattutto se si considera che sono tutti italiani.

Un interesse molto positivo
L’interesse per i corti sta crescendo moltissimo, e lo sto riscontrando nel pubblico, per le persone che ci stanno scrivendo, telefonando, che hanno interesse a venire a vedere i corti e la nostra manifestazione. Anche perché viene percepita come rampa di lancio per il mondo del cinema da parte di registi giovani e meno giovani, perché quest’anno ho ricevuto corti anche di registi over 40, anche molto importanti come attori, che si stanno lanciando nel mondo del corto per poi arrivare a fare la loro opera prima.

Anche perché i corti, da ‘one man show’ sono diventati sempre più strutturati
Secondo me è molto interessante vedere come i registi, soprattutto quelli giovani, chiedono supporto ad attori o direttori della fotografia, ai grandi professionisti. Ed è molto bello da parte loro, in modo che questi registi possano crescere. D’altra parte anche molte scuole di cinema, anche minori, senza pensare al Centro Sperimentale o l’Accademia Silvio d’Amico, cominciano a iniziare i propri alunni al mondo del cortometraggio, cosa che prima non accadeva. Sto ricevendo moltissimi lavori “ammatoriali” che a volte superano di livello quelli professionali, è incredibile. Ma Cortinametraggio da sempre è famoso per lo scouting, e finalmente le realtà cinematografiche l’hanno capito, ci sono molti produttori che vengono a Cortina per valutarli, o aziende che vengono cercare registi che possano realizzare per loro un buon brand entertainment. Questo è quello per cui mi son sempre impegnata, e ci è voluta tutta la mia forza e il mio grande cuore…

Facciamo dei nomi
Mi viene da ridere a pensare che siamo diventati un po’ il festival delle forze armate. Siamo partiti con la Polizia di Stato, poi si sono unite la Capitaneria di Porto e la Guardia Costiera Nazionale, per i quali abbiamo realizzato due cortometraggi, e adesso c’è un interesse da parte dell’Aeronautica Militare. Vengono a cercare il regista da noi. Ma sono anni che Filippo Montalto di Andromeda viene su e seleziona dei registi da produrre, e non solo lui, ché da noi sono passati Gianpaolo Letta di Medusa, Nicola Giuliano, Marco Belardi. A parte Paolo Genovese, che spero ci sarà anche quest’anno, e viene in totale amicizia da venti edizioni. Non manca mai. Una volta ho addirittura spostato la data del festival perché altrimenti non poteva venire. Ormai è una scaramanzia, se non c’è lui non c’è festival.

Quali saranno le sorprese di questa edizione?
Alcuni nomi sono già usciti, e sono molto orgogliosa che ci sia Sara Ciocca. Sono molto felice perché l’ho vista proprio agli inizi e da due anni le corro dietro. Poi ci sarà Giorgio Marchesi, con il quale ho appuntamento a Trieste, dove andrò a vederlo a teatro, e mi ha detto che poi verrà a Cortina diretto. Ma ci saranno molti incontri e masterclass interessanti, si parlerà con Mario Cordova di doppiaggio, con Valentina Palumbo dell’importanza di un ufficio stampa, con Armando Pizzuti di casting, con Federica Remotti di agenzie, e di antipirateria con Federico Bagnoli Rossi… di cose che possono essere utili e interessanti per i ragazzi, per intraprendere una carriera nel cinema. Voglio metterli a tavola con queste persone perché diano loro dei consigli, per fare una scorpacciata di canederli e di cinema insieme.

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Come è successo con alcuni dei grandi nomi che facevi
Giovanni Veronesi per esempio mi ha detto che ci tiene molto a venire per fare una masterclass con i ragazzi. Era già venuto nelle prime edizioni, e poi con Leonardo Pieraccioni a scrivere Il mio West, quindi ci conosciamo da qualche annetto, ma è sempre bello ascoltarlo. E poi ha fatto dei film eccezionali, come con Pilar Foliati, che è nata a Cortinametraggio grazie a Sergio Fabi e al video che le fece che diventò virale e che diede il via a tutto. Ma come Paolo Genovese, che è nato da questo festival con il corto “Piccole cose di valore non quantificabile“, insieme a Luca Miniero, o Valerio Vestoso che, dopo aver vinto a Cortina, è stato chiamato da Verdone per fare Vita da Carlo, e così è per tanti. Su tutti Alessandro Haber, che nella sua burberaggine e nel suo modo di fare è stata la persona che mi ha aiutato più di tutti, e che ha aiutato i giovani.

Possiamo chiederle di più?
Ricordo che avevo prodotto un corto che si chiamava “Per Agnese”, durante un corso di tecnica cinematografica che facevo con i contributi europei a Trieste, per l’anniversario dei 50 anni del ritorno di Trieste all’Italia, ma dovevo trovare un attore che interpretasse il figlio di un soldato neozelandese che era stato di stanza a Trieste dopo la fine della guerra e si era innamorato di una triestina. Anni dopo, suo figlio veniva in Italia per l’eredità e dovevo trovare un attore che parlasse italiano e anche inglese, ma come lingua madre, senza storpiature. Con Alessandro eravamo a cena a Trieste, dopo uno spettacolo teatrale, e mi disse: “fammi parlare con una persona”. Preso il telefono, ha chiamato Ricky Tognazzi e gli ha spiegato il progetto, dopo due giorni Ricky mi ha chiamato per accettare. È venuto fuori un capolavoro, con la regia di Massimo Capelli, altro regista che nato da Cortinametraggio, che ha vinto mille premi, ed è nata un’amicizia pazzesca tra me, Ricky e Simona. Grazie ad Alessandro Haber. È tutto legato, è una catena: il mio destino, il mio lavoro, le mie cose sono tutte legate a questi nomi, e non li dimenticherò mai. Devo dire solo grazie a loro.

Tra i tanti c’è un ricordo particolarmente caro?
Quelli dei primi anni… Dalla prima edizione del ’97, con Lina Wertmüller Presidente di giuria che camminava per Cortina. E l’anno, dove a camminare con me per il paese c’erano Mario Monicelli, Paolo Villaggio e Gillo Pontecorvo. Io camminavo con loro e sapevo di avere dei maestri accanto. Con Mario e sua moglie, Chiara Rapaccini, siamo poi rimasti amici, ci sentivamo e mi dava consigli, mi aiutava, mi ha presentato Giuliano Montaldo, poi Citto Maselli. Questo era il cinema, e mi manca un poco. Soprattutto quando ripenso a quando Monicelli si è perso nei boschi di Cortina insieme a Paolo Villaggio, mandammo l’elicottero a prenderli, perché non sapevano più tornare indietro! Ricordi bellissimi…

 

 

Cortinametraggio 2025