Dopo aver presentato i rispettivi film al pubblico del Torino Film Festival nella giornata di domenica, la cena horror – evento OFF della manifestazione, organizzato dall’inventore della Cinegustologia Marco Lombardi – è stata un’occasione inattesa per Luis Mandoki e Jonas Trukanas, i registi di Presencias e Pensive.
Entrambi inseriti tra i titoli della sezione Crazies (Fuori concorso il primo, in concorso l’altro), i due film esplorano variazioni diverse del genere più terrificante, in una storia “ad alto tasso adrenalinico dove nulla è mai come sembra” e in un interessante “esordio slasher lituano“. Ma soprattutto testimoniano una appartenenza che nasce da una passione che i due cineasti hanno confermato davanti alle clip selezionate per accompagnare i quattro piatti realizzati dallo chef del ristorante Combo di Torino, Emiliano Decima.
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In una serata dalle molte sorprese, nella quale sembrava che anche Malcolm McDowell dovesse fare un’apparizione (ma si sa che ai Festival… può capitare che una Masterclass finisca per durare più del previsto), come il curatore della suddetta sezione Luciano Sovena e il giurato Lamberto Bava (altri due assenti giustificati della serata), Mandoki e Trukanas hanno regalato alcuni ricordi personali confessando quanto alcuni dei film selezionati fossero tra i loro stessi riferimenti stilistici.
Su tutti, il Suspiria di Dario Argento, dal quale si è partiti per un antipasto nel quale – alla base molle comune a tutto il genere, per il suo saper raccontare una società decaduta, tra la vita e la morte – l’acido/fresco e il terroso della la tartare di vacca frollata con giardiniera di verdure, caviale di porcino e cialde di topinambur ha sciolto le riserve del regista messicano. “Suspiria è stata una grande fonte di ispirazione – ha raccontato Mandoki. – Con il mio Direttore della fotografia abbiamo studiato molto il film in termini di luce, di atmosfera, di movimenti di macchina e di inquadrature”.
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“Abbiamo visto Suspiria molte volte, come tutti gli appassionati di horror – gli ha fatto eco il collega lituano. – Nel mio caso, mi sono concentrato sulla musica. Con il mio compositore abbiamo cercato di fare qualcosa di simile a quel tipo di sonorità, che allora apparivano per la prima volta in un film horror, usando il computer il meno possibile”.
Sul successivo Frankenstein Jr. (accostato al “dolce, ma sbruciacchiato, pingente, muffatino” della fonduta erborinata di patate al limone con pane ed erba cipollina sbruciacchiati), ancora Trukanas ha commentato: “Personalmente credo che la paura e il riso siano strettamente collegati, non a caso quando si ha paura spesso si ride. E molti horror, hanno un’alta componente di commedia, anche se non lo sappiamo”. Finendo poi con l’aggiungere, sul secondo “amaro, graffiante, crudo e duro” del piatto chiamato ‘Il deserto del male’ (una crema di ceci con cicoria sbollentata, pioggia di nocciole tostate e innocenti totani alla brace) e associato da Lombardi a L’esorcista: “Ho visto il film di Friedkin quando avevo 10 anni, allora mi fece pensare che non avrei mai più voluto vedere un horror… e oggi sono finito a farne uno”.
Chiusura in bellezza, e dolcezza, con il Warm Bodies del 2013 diretto da Jonathan Levine e interpretato da Nicholas Hoult e Teresa Palmer, e con la crema catalana con crumble di noci del Brasile e arancia candita che ha concluso la serata. Rimandando tutti alle prossime repliche di Presencias e Pensive e di tutti gli altri dell’interessante sezione dedicata a quanto di nuovo si sta verificando nella produzione horror a livello mondiale e ai film capaci di declinare in modo eccentrico i codici del genere.