“IL CASO SPOTLIGHT”: 5 MOTIVI PER (RI)VEDERLO IN BLU-RAY

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Profondo, duro, reale. Per l’Academy Il Caso Spotlight è il miglior film del 2015 (Miglior Film e Miglior Sceneggiatura Originale a Josh Singer e Tom McCarthy): merito della storia – drammaticamente e disgustosamente vera -; merito della regia di Tom McCarthy; merito del cast, in cui Michael Keaton, Mark Ruffalo, Rachel McAdams, Liev Schreiber, John Slattery, Stanley Tucci e Brian d’Arcy James formano un gruppo coeso di attori che, per 128 minuti, diventano giornalisti d’inchiesta, indagando sugli abusi sessuali su minori, e il relativo insabbiamento da parte della Chiesa, da parte di oltre 70 sacerdoti di Boston. L’inchiesta, portata avanti dal Boston Globe nel 2001, varrà alla squadra di reporter, rinominata Team Spotlight, il premio Pulitzer nel 2003. Quei giornalisti, tra cui Matt Carroll, Marty Baron e Sacha Pfeiffer, sono (anche) protagonisti di un emozionante incontro con il cast, rintracciabile nei succosi extra della versione home-video edita da Bim, disponibile sia in DVD che Blu-ray, entrambi in un ricercato packaging cartonato. Ecco i nostri 5 motivi per (ri)vedere a casa uno dei migliori film della stagione.

1) IL BLU-RAY – Il Blu-ray de Il Caso Spotlight è visivamente molto curato, con una rapporto video 2.35:1 e un HD brillante e saturo, che esalta la fotografia fredda e granulosa di Masanobu Takayanagi. Anche l’audio è buono, con un DTS-HD Master Audio 5.1, sia in italiano che in inglese.

2) UNA PIOGGIA DI EXTRA – Oltre il comparto audio e video, entrambe le versione home-video del film premiato agli Academy sono piene di contenuti speciali, tutti interessantissimi. Oltre i trailer del caso, ci sono ben tre featurette (tutta la verità, Dentro Il Caso Spotlight e L’Importanza del giornalismo d’Inchiesta), tre interviste (a Tom McCarthy, Stanley Tucci e Mark Ruffalo) e, come dicevamo, un succoso incontro tra i veri giornalisti e le controparti cinematografiche, utile per capire il lavoro degli attori, ma anche lo straordinario lavoro svolto dal team. E, quella tra Rachel Mc Adams e Sacha Pfeiffer, ve la mostriamo di seguito:

3) IL CAST – Il Caso Spotlight colpisce per l’interpretazione degli attori. Rivedendolo – magari in lingua originale – capiamo ancora di più tutto l’impegno degli interpreti per una causa che riesce ad andare oltre il cinema stesso. Se Mark Ruffalo e Rachel McAdams hanno ottenuto la candidatura agli Academy, non è da meno un granitico Liev Schreiber o un sempre bravissimo Stanley Tucci. Ma, la menzione speciale, va a Michael Keaton, eccezionale nella parte del reporter Walter ‘Robby’ Robinson, attualmente editor at large al Globe e Premio Pulitzer per il Pubblico Servizio nel 2003.

4) MEA MAXIMA CULPA – Il tema della pedofilia nel mondo ecclesiastico, e in particolare sui fatti scottanti e disgustosi avvenuti negli anni ’70 presso l’Arcidiocesi di Boston, è ripreso dal regista in modo cosciente, reale e, in linea con il film, quasi cronistico. Sempre sull’argomento, vi consigliamo il documentario Mea Maxima Culpa – Silenzio nella Casa di Dio, diretto da Alex Gibney, che senza mezzi termini o filtri, punta la lente d’ingrandimento, dall’America all’Europa, sugli abusi clericali ai danni dei minori. Agghiacciante.

5) CINEMA&GIORNALISMO – Il film di Tom McCarthy si può annoverare tra i migliori film sul giornalismo, da Tutti gli Uomini del Presidente a Good Night, and Good Luck, fino a Prima Pagina di Billy Wilder o Frost/Nixon di Ron Howard. Una curiosità: per Michael Keaton non è la prima volta nei panni di un giornalista, dato che nel 1994 è stato protagonista di un altro titolo importante: Cronisti d’Assalto (ancora di Ron Howard), nel ruolo del caporedattore del New York Sun.