The Kindness of Strangers: il potere della solidarietà apre il Festival di Berlino

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“The future of film is female”, il futuro del cinema è donna. È questo il motto della Berlinale che ha inaugurato la 69esima edizione con The Kindness of Strangers della danese Lone Sherfig (la prima di sette registe in competizione), favola metropolitana e corale su un gruppo di diseredati in cerca d’amore e speranza in una New York invernale, che può uccidere col freddo, ma anche riscaldare con l’accoglienza e la carità. Nell’America che tutti vorremmo, lontana da quella disegnata da Donald Trump, pensando anche all’Europa che sognavano i padri fondatori.

Nel film Clara (Zoe Kazan), una giovane madre, fugge di casa una notte con i due figlioletti e raggiunge la Grande Mela. «Siamo in vacanza!», dice la donna ai bambini, ma in realtà i tre stanno fuggendo da un marito e un padre violento. Senza soldi né cibo, Clara comincia a rubacchiare qua e la, a rifugiarsi dove può per la notte, fino a quando il suo destino non intreccerà quello di Alice (Andrea Riseborough), infermiera in un pronto soccorso che coordina anche una mensa per senzatetto e un gruppo di sostegno per persone che non sanno perdonarsi, un ex galeotto (Tahar Rahimin) in cerca di riscatto come responsabile di un ristorante russo gestito da un eccentrico gentiluomo (Bill Nighy), un avvocato sfortunato (Jay Baruchel), un giovane disoccupato (Caleb Landry Jones) alla ricerca di qualcuno che abbia bisogno di lui.

I temi del momento – la violenza su donne e bambini, la necessità di accogliere chi non ha più una casa – sono chiamati tutti i campo in questa storia a lieto fine sul potere della gentilezza, della compassione e della solidarietà. Forse non un film adatto a inaugurare un festival come Berlino – lo pensano in molti – ma di certo capace di accontentare il grande pubblico in cerca di un po’ di ottimismo.

Bill Nighy