Emir Kusturica presenta in concorso alla Mostra d’Arte del Cinema di Venezia 73 il suo film On the Milky Road/Sulla Via Lattea, un’opera a lungo lavorata (le riprese sono durate tre anni e si sono svolte nei Balcani, tra la Repubblica di Srpska, Serbia e Montenegro) in cui il regista figura anche come attore principale al fianco di Monica Bellucci. La storia, suddivisa in tre “capitoli”, elabora alcuni fatti della vita di un soldato di nome Kosta, fatti di guerra, d’amore e di solitudine. Kusturica ovviamente deve la sua fama al lavoro di pluripremiato regista, ma ha anche rivestito il ruolo di solo interprete in diversi film, L’amore che non muore (2000) di Patrice Leconte, Triplo gioco (2003) di Neil Jordan, Hermanno (2006) di Giovanni Robbiano e La foresta di ghiaccio (2013) di Claudio Noce.
Agli amanti del cinema “bizarro” piace quel tocco ilare e grottesco con il quale spesso il prode Emir da’ colore alle sue fantasiose avventure in bilico tra dramma, politica e farsa. Come dimenticare infatti le folli traversie di Johnny Depp e Jerry Lewis nel “semi-cult” Arizona Dream, mentre osservano un grande halibut svolazzare in cielo? Oppure la scena di Underground in cui un fiorellino viene infilato nel grasso sedere di una prostituta?
Per non dire di tutte le stravaganze affidate ad animali assortiti dal primo all’ultimo dei suoi film, accompagnate spesso da musiche trascinanti e goduriosamente fracassone.
Lasciamo l’ultima parola al regista: «Son finito dietro la cinepresa perché adoravo Bergman, ma anche Bruce Lee. Underground è puro Shakespeare filtrato dai fratelli Marx: più che dal cinema, discende dai Clash. Il cinema mi ha reso uno specialista del nulla. È l’onniscienza del regista: la specializzazione in nulla».
Holy Socks, sempre buono a sapersi!