“GREMLINS” E “GHOSTBUSTERS”: NOSTALGIA CANAGLIA

0

Avere nostalgia di epoche mai vissute è il nome di una comunità di Facebook di grande successo. Ma è anche quello che provano i giovani cinefili di tutto il mondo quando si accostano le parole horror e anni Ottanta. Pensate a che cosa sarebbe stato essere adolescenti nel 1984: l’8 giugno uscirono nelle sale americane Ghostbusters di Ivan Reitman e Gremlins di Joe Dante. Traduzione: due dei film più iconici di un decennio dove il cinema fu particolarmente caratterizzato da turbe giovanili e film di genere. Erano gli anni di Breakfast Club e Stand By Me, ma anche de La storia infinita e I Goonies.

Immaginiamo ora un ragazzo americano che in un weekend estivo dell’84 sia andato al cinema almeno un paio di
volte e abbia visto nel giro di pochi giorni Gremlins e Ghostbusters
: siamo certi che quel ragazzo oggi sia un adulto che ricorda con nostalgia un periodo d’oro per il cinema e, in modo particolare, per un tipo di intrattenimento divertente e intelligente, capace di coniugare diversi generi cinematografici, una valenza pedagogica non invadente ma sempre presente, e – perché no – anche un pizzico di anticonformismo ribelle opposto a una società consumista e convenzionale.

Prendiamo Gremlins: riguardare questo piccolo grande capolavoro fa scendere qualche lacrimuccia e fa pensare che
prodotti di questo tipo oggi ce ne siano sempre meno.
Joe Dante fu dapprima capace di intenerire lo spettatore con il dolcissimo Gizmo, poi di irritarlo a causa degli atteggiamenti sprovveduti e superficiali dei suoi nuovi padroni, e infine di terrorizzarlo con la proliferazione di quei mostriciattoli irresistibilmente sgradevoli che danno il nome al film. Chi oggi è ancora in grado di declinare un horror in un film dal ritmo indiavolato, che sia dichiaratamente indirizzato al pubblico dei ragazzi ma che possieda, nello stesso tempo, le carte in regola per entusiasmare anche quello degli adulti? Non c’è dubbio, infatti, che Gremlins abbia anche un significato politico, com’è palesato dal magnifico finale: «non siete ancora pronti» è il rimprovero del venditore cinese alla famiglia Peltzer per non essere stata capace di rispettare le semplici regole a cui si sarebbero dovuti attenere per prendersi cura del piccolo Mogwai.

E Ghostbusters? Ancora oggi non perde un briciolo della sua energia. Un film dell’orrore in grado di far convivere veri e propri momenti di paura (la possessione demoniaca di Sigourney Weaver e Rick Moranis riesce sempre a mettere i brividi) con la debordante comicità di Bill Murray, oltre alla naturale simpatia delle facce di Dan Aykroyd, Harold Ramis e Ernie Hudson. Provate a rivederlo: spesso vi capiterà di anticipare le battute senza accorgervene. Un capolavoro assoluto della commedia horror, oggi un genere praticamente estinto. Chissà, magari Paul Feig riuscirà a resuscitarlo con il reboot al femminile annunciato nelle nostre sale per il 28 luglio: un rischio, ma anche un tentativo di dare uno scossone al periodo estivo, solitamente povero per i botteghini. E se Melissa McCarthy, Kristen Wiig e compagnia riuscissero nell’impresa di levarci di dosso un po’ di nostalgia, facendoci diventare degli adolescenti negli anni Ottanta, tra sussulti e sane risate liberatorie, ne saremmo spaventosamente grati.

Emiliano Dal Toso