JACK O’CONNELL, L’UOMO CHE AMAVA LE DONNE (REGISTE)

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L’uomo che amava le donne (registe)? Jack O’Connell fa una risatina imbarazzata e bofonchia che forse è il contrario: le donne (registe) amano lui… Comunque sia è la seconda volta in due anni che succede: prima Angelina Jolie in Unbroken, ora Jodie Foster in Money Monster. E con la penuria di donne registe che c’è in America (appena il 3% della categoria) sarà pure una coincidenza, ma anche sicuramente un record. Ha fatto il regolare provino dopo aver spedito il proverbiale video, e ha sbaragliato la concorrenza, anche se Jodie aveva le idee molto chiare: 1) non voleva un attore giovane. 2) Non voleva un inglese.  Come dire le ultime parole famose…: Jack ha 25 anni, e se non è inglese, pur essendo nato a Derby, nella contea del Derbyshire a 182 chilometri da Londra, è solo perché lui preferisce definirsi irlandese, come il padre.

Dice: «Io penso che un regista sia connotato dal suo metodo di lavoro più che dal suo sesso. Per quella che è stata  la mia esperienza personale, forse una qualità che accomuna Jodie e Angelina è che sono state un po’ materne verso di me. Ma altri registi maschi erano stati paterni…Non so, una volta ho chiesto una cosa simile a Jodie e si è fatta una bella risata. Mi ha risposto che fra i registi con cui ha lavorato nei suoi 50 anni di carriera, il più femminile è stato un uomo, Jonathan Demme, nel senso di sensibile e aperto a tutto». Avendo dovuto interpretare Kyle Budwell, fattorino del Queens, così come in Unbroken era stato il soldato di origine italiana Louis Zamperini, l’ostacolo maggiore per entrare nella parte è stato cancellare il suo marcatissimo accento inglese per sembrare veramente un americano: «Molti ringraziamenti alla pazienza dei miei dialect coach, ma voglio precisare che non è solo solo tecnica, perché resta una questione da attore: non bisogna fare un’imitazione, ma sentirsi veramente quel personaggio».

CircMoney Monsterondato da quelli che in gergo si chiamano mostri sacri (George Clooney e Jodie Foster hanno vinto due Oscar, Julia Roberts uno) Jack non ha mostrato la minima timidezza: «Già essere stato scelto è stata una gratificazione istantanea. Amo le sfide, e più sono audaci meglio è. Non mi mettono paura, ma mi eccitano». Non a caso tre dei suoi idoli sono attori senza paura: Gary Oldman, Tim Roth e Tom Hardy. Dice di puntare alla “longevità”, quindi cerca di diversificare di continuo i suoi ruoli. Ha già girato altri due film, entrambi storici: HHhH del francese Cédric Jimenez,  al tempo della seconda guerra mondiale sulla guerriglia della resistenza cecoslovacca contro i nazisti (con Rosamund Pike, Mia Wasikowska, Jason Clarke)  e il romantico Tulip Fever dell’inglese Justin Chadwick, ambientato nell’Olanda del diciassettesimo secolo (sceneggiatura di Tom Stoppard, con Dane DeHaan, Judi Dench, Christoph Waltz, Cara Delevingne).

Ha un insospettato passato di calciatore e prima di infortunarsi era stato scelto dalla sua squadra del cuore, il Derby County Football Club. «All’epoca fu un duro colpo, ma per fortuna è saltato fuori un ottimo piano B, perché recitare è l’unica cosa che amo più del calcio». Inevitabile domandargli del miracoloso scudetto appena vinto del Leicester di Claudio Ranieri: «Esaltante. I bookmakers consideravano più probabile il ritorno in vita di Elvis Presley che la vittoria del Leicester. Ranieri è un mago. Creare una squadra vincente di quel tipo è molto più difficile del cast perfetto di un film».

Marco Giovannini