A Herdade, a Venezia 76 una saga famigliare fiume nella Storia portoghese

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Portogallo/Francia, 2019 Regia Tiago Guedes Interpreti Albano Jerónimo, Sandra Faleiro, Miguel Borges, Ana Vilela da Costa, João Vicente, João Pedro Mamede Durata 2h e 46′

Un film fiume per raccontare una saga familiare nella Storia del Portogallo. A Herdade (Il dominio) si apre nel 1946, con un impiccato su un ulivo nel cuore di una assolata campagna (“Joaquim portami Joao”, intima il padre “deve capire che le cose quando finiscono, finiscono”) e termina nel 1991 quando il maturo Joao dovrà fare i conti con le banche che gli minacciano la sua ingente proprietà terriera, mentre un tremendo segreto di famiglia dalle fatali conseguenze si scoperchia. In mezzo il 1973, con l’invadenza di un regime fascista agli sgoccioli, cui Joao si rifiuta finché può di inchinarsi (il suo orgoglio è smisurato ma suo suocero è il generale capo della polizia politica!), e difendendo il suo meccanico Lionel, comunista imprigionato e torturato.

Paulo Branco è produttore eccezionale (273 film a suo credito) cui non difetta la visione ad altissimo respiro, Tiago Guedes è regista fattosi notare soprattutto per tanti corti premiati lungo al via dei festival. Curioso che piloti e gestisca questa storia drammatica e politica che nasce nel sangue e nel sangue termina, con l’ineluttabilità della tragedia greca, a supporto della battaglia per la libertà e della democrazia della nazione portoghese, a lungo sotto il tallone del regime colonialista e fascista di Salazar ed eredi.

Visto al suo meglio è un mélo che dà sull’epico, benissimo sceneggiato e a più personaggi (emblematici) e che sfrutta scenograficamente anche la peculiarità territoriale di un “enclave” lontano dalla città. Di certo la lunghezza eccessiva non gioca a suo favore, specialmente in una terza parte pur visualmente suggestiva e piena di scene madri ma che praticamente va dove gli spettatori hanno già subodorato. Gli attori sono tutti molto seri, molto legati alla propria “funzione” all’interno del drammone. Il protagonista è Albano Jerònimo, attore di ottima fama in patria, alto e severo come un patriarca che tutto domina e che invecchia molto (troppo?) bene.

Massimo Lastrucci