ROMAFF11 – “CAPTAIN FANTASTIC”: UN ERRORE BELLISSIMO

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Ben Cash (Viggo Mortensen) e i suoi sei figli, che cresce tra atmosfere hippie/marxiste e un atteggiamento da «benevolo dittatore» nella foresta del Pacific Northwest, sono costretti ad affrontare la morte di Leslie, moglie e madre, suicida dopo anni passati a combattere la Cosa Brutta, una depressione nerissima causata dal suo disturbo bipolare con il quale conviveva dalla nascita del suo primogenito Bo (George MacKay). Un lutto che spezza una quotidianità fatta di caccia, esercitazioni, “missioni” e letture immerse nel cuore della natura selvaggia e li costringe, per amore di quella madre amata, ad affrontare una civiltà sconosciuta ai ragazzi e, da sempre, troppo stretta per Ben. Da una fine tragica prende forma un nuovo percorso delle loro vite. Un viaggio fisico e dell’anima che li porterà ad interrogarsi e a rendere il Capitain Fantastic del titolo consapevole dei propri errori e limiti.

«Il film non è autobiografico ma personale», chiarisce subito il regista all’inizio della conferenza stampa, «Ho vissuto in una comune con mia mamma in una tenda indiana in Oregon ma non ho girato questa pellicola per raccontare la vita fuori dalla società. Volevo concentrarmi sui valori di un padre». Con una buona dose di umorismo e una sceneggiatura che regala più di una parentesi commovente, Matt Ross, porta in scena personaggi carismatici guidati dal pater familias Ben/Viggo. «È stato uno dei copioni più belli che abbia letto da anni», confida l’attore protagonista di uno degli Incontri Ravvicinati con il pubblico della Festa del Cinema, «Un personaggio che mi ha attirato in particolare per il viaggio emotivo che compie durante il film. Inizialmente il titolo mi faceva pensare ad un protagonista dei fumetti, ma c’è qualcosa di ben diverso in lui».

Tra citazioni di Noam Chomsky e riferimenti all’ossessione al consumo occidentale, Captain Fantastic «racconta una parte delle
molte Americhe degli Stati Uniti»
, sottolinea Ross, «mostrando quella rurale, periferica e ricca» attraverso i vari personaggi che compaiono nel film e che rappresentano diversi e discordanti punti di vista. Un’America che permette un rapido quando amaro tuffo nell’attualità di un Paese alle prese con una campagna elettorale al vetriolo. «Trova la situazione terribile. La peggiore versione di una campagna elettorale che ricordi», commenta Mortensen, «Trovo tutto molto imbarazzante e chiunque conosco la pensa così. Sembra di vedere un brutto film hollywoodiano, dove una persona senza qualifiche da un reality arriva alla presidenza». La pellicola, dopo l’anteprima al Sundance e il passaggio a Cannes e a Roma, arriverà nei nostri cinema grazie alla Good Films il prossimo 7 dicembre travolgendo il pubblico grazie anche agli incredibili giovani interpreti che impreziosiscono il secondo lungometraggio di Matt Ross. «Prima delle riprese del film abbiamo fatto delle prove dato che non sarebbe stato un film molto facile da filmare tra location impegnative e limiti d’orario dovute alla loro minore età», ricorda l’attore, «E così siamo diventai una famiglia, condividendo una vera felicità che ci accompagnava appena arrivavamo sul set e che prosegue ancora oggi quando ci sentiamo via mail».