ROMAFF11 – “MANCHESTER BY THE SEA”: IL PESO DELL’ASSENZA

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Lee (Casey Affleck) vive a Boston e si guadagna da vivere come guardiano e tutto fare di un palazzo. Le sue giornate scorrono sempre uguali, tra tubi rotti e neve da spalare dai vialetti, fino a quando il suo passato si manifesta attraverso una di quelle telefonate che non si vorrebbero mai ricevere. Manchester by the sea, l’ultimo film dello sceneggiatore e regista Kenneth Lonergan, parte da qui per raccontare il dramma di un uomo e della sua famiglia lasciata a North Shore, Massachussets, perché incapace di convivere con una perdita troppo grande. «L’idea del film è venuta anni fa a Matt Damon, che avrebbe anche dovuto dirigerlo e interpretare il ruolo del protagonista, e John Krasinski. Poi però mi chiesero di dirigerlo, mentre loro sono rimasti come produttori» racconta il regista che torna dietro la macchina da presa a sei anni dal travagliato (e inedito in Italia) Margaret. «Mi interessava la storia di un uomo che subisce una tragedia troppo grande per lui e che non riesce a sopportare, fino a quando non torna nel suo paese natale per ristabilire un rapporto con il nipote adolescente che gli è stato affidato».

Il lutto e il relativo senso di colpa che accompagnano il protagonista costituiscono la base narrativa sulla quale Lonergan ha sviluppato il soggetto del film mostrando, nella quotidianità di Lee e degli altri personaggi, le diverse sfumature che il vuoto lasciato da una perdita può assumere. «Ho una figlia di 14 anni e mi sono sempre chiesto come si possa sopravvivere ad una cosa del genere» confessa il regista che sottolinea come «ognuno reagisce a modo suo, tra chi cerca la forza nelle persone rimaste in vita, a cui continuare a garantire amore e protezione, e chi cerca di dare un senso a quanto successo creando associazioni per chi ha subito lo stesso trauma». Manchester by the sea, nelle nostre sale dal primo dicembre grazie a Universal Pictures, è una pellicola intensa capace di colpire lo spettatore come una folata del vento gelido delle coste del Massachussets e avvolgerlo con il calore di un gesto o una battuta complice. «Non credo nella distinzione fra dramma e umorismo. Nella vita c’è sempre un’alternanza di risate e dolore, anche nei momenti più drammatici, e sono molto contento se il pubblico ogni tanto ride durante il film».

Straordinarie le interpretazioni degli attori, dal Lee di Casey Affleck, tutto giocato in sottrazione, alla prova di Michelle Williams che, in una manciata di sequenze, regala una delle sue prove più riuscite, fino al sempre ottimo Kyle Chandler e al giovane Lucas Hedges nei panni di Patrick. «Una volta che Matt Damon ha rinunciato al ruolo di protagonista, abbiamo subito pensato a Casey Affleck», confida Lonergan, «È uno dei miei attori preferiti e da tempo cercavamo la possibilità di lavorare insieme. Credo che la sua performance sia semplicemente straordinaria e uno dei piaceri più grandi nell’aver girato questo film è stato il costante dialogo con Casey». Proprio sulla collaborazione con l’attore si sofferma ancora il regista che svela, inoltre, qualche retroscena sulla preparazione del film, dalla fase di scrittura e costruzione del personaggio fino al lavoro sul set. «Abbiamo approfondito ogni scena in profondità, Casey mi chiamava, chiedendomi di dirgli tutto quello che potevo sul personaggio e sulla sua storia. Sul set, poi, era davvero disponibile, domandando sempre di poter girare più ciak».