Il Torino Film Festival premia la “regina del terrore” Barbara Steele

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La maschera del demonio

Torino è città magica per tradizione (e allure), conseguentemente il Torino Film Festival si concede e concede gustose ricognizioni nei nobilissimi territori dell’horror. Quest’anno, in concomitanza se vogliamo con la retrospettiva “Si può fare!” dedicata alla storia del cinema del terrore, ecco l’annuale Gran Premio Torino, nell’ambito della rassegna, capitare a proposito e non per caso. Onorata e insignita è infatti l’icona femminile dell’horror, la britannica Barbara Steele (classe 1937 ed è suo il viso del poster ufficiale della manifestazione), del resto diventata regina dello spavento su schermo proprio qui in Italia, in una splendida reinvenzione del genere che, a partire da Freda e Bava nei ’60, ha conosciuto stagioni e successi di valore internazionale.

 

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A dispetto di una biografia se vogliamo molto tranquilla, come la sua personalità (studi d’arte e poi piccoli ruoli in commedie e drammi in patria, un matrimonio nel 1969 con uno sceneggiatore americano, un figlio, un divorzio e poi tanti film, in una carriera tra schermo e tv che continua ancora oggi: ultimo lavoro Lost River nel  2014 di Ryan Gosling), il suo viso leggermente asimmetrico, con degli occhi grandi e profondi che lanciavano sguardi contemporaneamente misteriosi e sensuali, esotici e inquietanti, sottilmente angosciati e malinconici, contribuì a fare di La maschera del demonio (1960) di Bava un cult indimenticabile e lei una perfetta Regina del Terrore, in Italia come negli Usa. Ma non fece solo horror movie: Fellini che era un aficionado del bizzarro la volle in 81/2, così come Monicelli le regalò un cameo indimenticabile in L’armata Brancaleone e poi Festa Campanile, Salce, Schlondorff, Malle e tanti altri. La nuova generazione di cineasti cinefagi cresciuti a B movies e cinefilia la elesse a idolo, a partire da Joe Dante per arrivare a Barker, Tarantino e Tim Burton, il quale, ricorda la direttrice del Festival Emanuela Martini, di lei disse: «È praticamente l’unica, vera diva horror. Senza tempo».

Ecco cinque più significative interpretazioni di Barbara Steele nei cult movie del terrore:

  1. LA MASCHERA DEL DEMONIO (1960) di Mario Bava. Due incauti rompono la tomba-prigione della strega Asa, bruciata e uccisa tre secoli prima. Risvegliata, la malvagia cercherà, risucchiando forza e giovinezza della discendente Katia identica a lei, di tornare quella che fu. Da Gogol, magnifiche atmosfere e una sconosciuta Steele in doppio ruolo. Capolavoro assoluto del cinema gotico. Bava compie meraviglie con cinepresa e trucchi.

2. IL POZZO E IL PENDOLO (1961) di Roger Corman. Spagna ‘500. Il nobile Nicholas Medina (Vincent Price) è ossessionato dall’idea di avere seppellito viva la moglie (Steele) e che ora il castello sia infestato dal suo fantasma. In realtà è un raggiro e quando lo scoprirà si vendicherà ferocemente. Dal racconto (allargato e modificato) di Poe, uno splendido e sontuoso Roger Corman movie che inaugurò la moda dei film dallo scrittore.

3. L’ORRIBILE SEGRETO DEL DR. HICHCOCK (1962) di Riccardo Freda. Il necrofilo (e folle) Dr. Hichcock (Robert Fleming) ha ucciso per sbaglio con un anestetico la sua prima moglie. Ora, dopo 12 anni, fa ritorno nella stessa casa con la seconda, Cynthia (Steele). Ma è veramente morta? Girato in 12 giorni, con una sceneggiatura complicata sino all’assurdo e omaggi a Hitchcock (a partire dal nome), ma anche ricco di trovate e pura perizia tecnica.

4. IL DEMONE SOTTO LA PELLE (1975) di David Cronenberg. Uno scienziato pensa di “liberare” gli istinti dell’uomo grazie a un parassita inoculato. Scatenerà una epidemia apocalittica con vittime “invase” da furore erotico e furia omicida. Un cineasta giovane, povero di budget (solo 15 giorni di riprese) ma ricco di idee, per un film a suo modo seminale e profetico, il suo primo distribuito internazionalmente. Di lì a poco diventerà un Maestro.

5. PIRANHA (1978) di Joe Dante. Per errore, alcuni piranha modificati per scopi bellici da usare in Vietnam, finiscono in un fiume in America. In poco tempo (sono prolificissimi), i famelici e aggressivi pesci assalteranno una colonia estiva e un parco divertimenti. Come fermarli prima che raggiungano l’oceano? Una beffarda (e thriller) parodia dello Squalo con molte venature gore e splatter. La Steele interpreta la seriosissima dottoressa Mengers.