Il Torino Film Festival ricorda Carlo Ausino

Evento speciale del TFF in diretta YouTube per celebrare il regista di genere Carlo Ausino, scomparso il 22 novembre

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È cominciato con la sequenza d’apertura del suo film più celebre, Torino violenta, l’omaggio del Torino Film Festival a Carlo Ausino, regista del nostro cinema di genere scomparso il 22 novembre all’età di 82 anni. Quel film, come ha ricordato la moderatrice dell’incontro (trasmesso in diretta YouTube dalla Mole Antonelliana) Caterina Taricano, fu un per Ausino un vero e proprio exploit, costato 100 milioni di lire per poi incassare (in anni di crisi del settore cinematografico in Italia) ben due miliardi. «A dimostrazione», ha proseguito Taricano, «che il cinema di genere, artigianale, di cui Carlo Ausino era esponente, è stato un cinema che ha saputo intercettare molto bene il suo pubblico».

Per chi si occupava di cinema a Torino «era impossibile non incontrarlo», ha detto il Direttore del Museo Nazionale del Cinema Domenico De Gaetano: e non a caso durante l’evento si sono avvicendati personaggi legati in vario modo al cinema torinese, come il direttore della Torino Film Commission Paolo Manera, lo storico Franco Prono, i giornalisti Fabrizio Dividi, Steve Della Casa, Daniele Cavalla e Gabriele Ferraris, i critici Stefano Boni e Alessandro Gaido. Sono intervenuti anche (in video) Gaetano Renda e Toni Campa (che proprio con Ausino esordì come attore), nonché (in diretta) la nipote del regista Silvia Donatiello, che ha raccontato come l’artista non fosse «molto distante dall’uomo: nel privato è sempre stato un sognatore, un idealista e ha vissuto tutta la sua vita per il cinema».

Ed è stata proprio questa passione il tratto emerso con più forza dai contributi degli ospiti: una passione nata (ha raccontato Dividi) quando, ancora bambino, il futuro regista raccoglieva gli scarti delle pellicole per creare attraverso quei fotogrammi delle storie da mostrare col proiettore per diapositive regalatogli dalla madre. E Ausino proseguirà frequentando e praticando il cinema ad ogni livello: proiezionista (lo ha ricordato in particolare Della Casa), operatore, direttore della fotografia, sceneggiatore, regista. E, non da ultimo, spettatore: era «il regista torinese che incrociavo di più al cinema», ha ricordato Cavalla.

Un amore per il cinema che non è mai venuto meno malgrado la sorte sfortunata di molti film del regista: tra opere non finite o non distribuite e addirittura pellicole perdute, come La città dell’ultima paura (1975), dove, ha ricordato Dividi, «c’è una Torino deserta che ricorda quella del lockdown». E non è mai scemata nemmeno la voglia di mettersi in gioco per realizzare nuovi lungometraggi («Non l’ho mai visto perdere l’idea di fare un altro film prima o poi», ha detto Manera). L’ultimissimo dei quali, di cui ha fatto in tempo a scrivere la sceneggiatura, avrebbe dovuto avere come interprete di nuovo Toni Campa, come ha raccontato quest’ultimo nell’intervento in video. Il film avrebbe narrato di un gruppo di amici, il più anziano dei quali, riaccompagnato all’ospizio dopo uno dei loro incontri, muore nella notte, ma «felicemente», dopo aver trascorso «la giornata più bella della sua vita».

L’omaggio si è concluso col saluto di Giulio Graglia, regista degli eventi live del TFF, e del direttore Stefano Francia Di Celle, il quale ha annunciato che da sabato pomeriggio a domenica sera il Torino Film Festival renderà disponibili in streaming Torino violenta e il cortometraggio Racconto di Natale, diretto da Ausino nel 1997.