Isabelle Huppert al Tokyo Film Festival 2024: «Konbanwa!»

La grande attrice francese presenta il suo Viaggio in Giappone

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Isabelle Hupper Tokyo 2024

Dopo le Giornate degli Autori della scorsa Mostra di Venezia – e l’uscita in sala dello scorso gennaio, almeno in Italia – anche il Tokyo Film Festival 2024 ha il piacere di ospitare il Viaggio in Giappone di Elise Girard, gradita ospite della kermessem insieme alla sua attrice protagonista Isabelle Huppert e a Ihara Tsuyoshi, e ben lieta di presentare il suo Sidonie in Japan. Questo il titolo originale del film inserito tra gli Special Screenings, una storia d’amore ambientata tra gli splendidi paesaggi di Kyoto, Nara e Naoshima che ha richiesto circa cinque anni per essere completata e che nasce dalla volontà della regista di tornare a girare nel Paese visitato nel 2013 in occasione del precedente Belleville-Tokyo del 2010.

È stato il catalizzatore che ha portato alla creazione di questo filmracconta la Girard.  – Durante la promozione iniziale, ho potuto trascorrere una settimana a Tokyo e in vari luoghi del Giappone, che mi hanno ispirato profondamente. Sono rimasta affascinata dal Paese e dalla sua dualità”.

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E due sono anche i protagonisti sul palco, il Tsuyoshi Ihara che nel film dava corpo a Kenzo Mizoguchi, l’editore giapponese – da poco separatosi dalla moglie – con il quale inizia una relazione la scrittrice Sidonie Perceval, in Giappone per promuovere la riedizione del suo primo libro, ovviamente interpretata da Isabelle Huppert, che ancora oggi è la star più splendente.

Cosa ha scoperto del Giappone che è rimasto con lei dopo il film?
Quella del film è stata sicuramente un’esperienza più emozionante che di apprendimento. Oltre che un piacere artistico. Non posso definirlo un viaggio turistico di piacere, anche se c’è stata anche la gioia di scoprire un Paese che non conoscevo bene, ma parlando di nuove scoperte, la stessa trasformazione interiore di Sidonie era legata alla storia, alle varie parti del Giappone che visita. Anche se c’ero stata molte volte, c’erano molti luoghi che non conoscevo. Luoghi come Nara, Naoshima e Kobe, o Naoshima, che grazie a Elise ho avuto la fortuna di visitare. È stata sicuramente un’esperienza speciale per me, doppiamente meravigliosa rispetto a quella già splendida di girare un film.

Un plus per accettare sono state le riprese in Giappone, dunque?
Quando ho letto la sceneggiatura, ho pensato che i dialoghi fossero meravigliosi, non ci sono molti film che riescono a trattare la letteratura in questo modo. Mia figlia (Lolita Chammah, ndr) poi era apparsa nel precedente Drôles d’oiseaux, davvero ben fatto, e il suo primo film era addirittura incredibile, quindi ho accettato immediatamente. La storia non riguarda solo il viaggio in Giappone, ma anche la riscoperta di una parte perduta di sé stessi.

Come ha vissuto l’atteggiamento con cui Sidonie affronta il marito defunto e il Kenzo Mizoguchi di Tsuyoshi Ihara?
Quando Elise mi ha parlato dell’idea di portare in vita i fantasmi ho pensato fosse una grande idea. Il marito ha l’ossessione di restare con Sidonie ancora un po’, anche se è morto, c’è ancora una parte di lui che è viva. E il fatto che Sidonie possa passare del tempo con suo marito le permette finalmente di liberarsi dal suo dolore. Quanto a Tsuyoshi, invece, penso abbia fatto un ottimo lavoro nel parlare francese in modo stentato, qualcosa che avvicina i due personaggi e li fa desiderare di avvicinarsi l’uno all’altro. È un ruolo che solo lui poteva interpretare; all’inizio era imbarazzante, ma alla fine ha reso la sensazione di essere in grado di connettersi con l’altro.