Isola del Cinema, omaggio a Clare Peploe

A circa un anno dalla sua scomparsa, il Cinelab ricorda la regista e compagna di Bernardo Bertolucci, ripercorrendo la sua produzione e il ruolo chiave che ebbe nella nascita del “Blow-up” di Antonioni.

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A poco più di un anno dalla sua scomparsa, l’Isola del Cinema omaggia Clare Peploe con la proiezione del film The Triumph of Love (2001), tratto dall’omonima opera teatrale di Marivaux. Ad anticipare l’omaggio è il documentario Blow up di Blow up (2016) di Valentina Agostinis, dedicato al regista Antonioni e alla stessa Clare Peploe, figura chiave della swinging London che ha ispirato l’opera. A ricordare l’intelligenza e il talento di quella che fu una formidabile donna del cinema, punto di connessione tra Londra e Roma, è la stessa Valentina Agostinis.

Clare Peploe ha arricchito la nostra cultura cinematografica grazie alla sua vicinanza ad alcuni tra i nostri migliori registi. Collaboratrice e compagna creativa, co-sceneggiatrice ma anche protagonista, è stata autrice lei stessa di pellicole indimenticabili, che meritano tutta la nostra attenzione e ammirazione. L’ho incontrata per la prima volta in occasione del suo primo film da regista… ricordo di aver colto fin da subito la sua natura schiva e intensa, dai modi diretti e semplici. Molti anni dopo, quando ho deciso di girare questo documentario, sapevo già che avrei voluto la sua testimonianza. Clare ebbe un ruolo fondamentale, infatti, nell’individuare quello che sarebbe stato il corpo centrale di ‘Blow up’, ovverosia David Hemmings. Fu proprio lei, infatti, a trascinare Antonioni a uno spettacolo teatrale di Andrew Sinclair, dove Hemmings aveva un ruolo da protagonista. Per il regista fu un colpo di fulmine. Insieme a suo fratello, inoltre, fu una delle prime persone a guidare Antonioni nella scena giovanile londinese… e fu da quell’esperienza che prese il via tutto il resto.”

Clare Peploe, compagna di vita e di lavoro di Bernardo Bertolucci, ha saputo lasciare una forte impronta autoriale nel mondo del cinema nonostante la sua esigua produzione – un cortometraggio candidato agli Oscar (Couples and Robbers, 1981) e tre lungometraggi. Basti pensare a The Triumph of Love, che già dalle prime inquadrature riesce ad affascinare lo sguardo grazie all’uso sapiente della macchina da presa. Strutturato sulla falsariga di una commedia degli equivoci, il film sa esprimere con forza la cifra stilistica della regista. Si sentono qui la sua mano, la sua prospettiva e la sua cultura cinematografica, dacché finanche un’opera leggera come una commedia risulta impreziosita dallo studio di una donna che ha saputo, a sua modo, far storia nel cinema.