Jane Campion, la femme cinéma raccontata da Julie Bertuccelli

Alla Festa del Cinema di Roma il documentario visto al Festival di Cannes

0
Jane Campion, la femme cinéma

Inserito tra i titoli della sezione Freestyle della Festa del Cinema di Roma 2022, il documentario Jane Campion, la femme cinéma di Julie Bertuccelli ci porta nella filmografia di una regista del livello della cineasta neozelandese due volte Premio Oscar. In quella che la stessa regista ha definito come la “primissima proiezione” del suo ultimo film, sono molti gli aspetti interessanti. “Un grande viaggio, durato un anno e mezzo” che l’ha portata a trovare il modo giusto per rappresentare il soggetto osservato e – in generale – “cosa sia dirigere” oltre alle “difficoltà che si incontrano nel fare un film“, soprattutto se donne.

LEGGI ANCHE: Il potere del cane, le lodi di Martin Scorsese commuovono Jane Campion

IL FATTO: Jane Campion è stata la prima donna a ricevere la Palma d’Oro a Cannes, per Lezioni di piano, e quest’anno ha vinto l’Oscar per la miglior regia con Il potere del cane. In quarant’anni di carriera si è ritagliata un posto unico nel pantheon del cinema, tradizionalmente maschile. Cineasta visiva e iconoclasta, sottile ritrattista dell’animo umano e delle donne, è anche una regista furtiva, insieme discreta e stravagante, gentile e impertinente, a tratti incompresa. Per la prima volta Julie Bertuccelli la ritrae come merita, in un film orgogliosamente soggettivo e non convenzionale che rispecchia molto il pioneristico viaggio di Jane nel cinema e nella vita, l’eccezionale carriera di una grande regista, di un’esploratrice, di un’inventrice di forme, di una persona instancabilmente curiosa che ha lasciato sulla storia del cinema l’impronta della sua straordinaria immaginazione e che oggi continua a esercitare la sua influenza sulle giovani generazioni.

LEGGI ANCHE: Kill Me if you Can, la recensione dell’incredibile doc di Alex Infascelli

L’OPINIONE: Una figura entrata nella storia del cinema, e non solo dei suoi riconoscimenti, al pari della nostra Lina Wertmüller e di Kathryn Bigelow, che nel documentario della regista e sceneggiatrice Julie Bertuccelli (Da quando Otar è partito, L’albero) ci accompagna nel lungo excursus sul suo essere “Donna cinema”, quasi per caso. Dopo i primi anni a Wellington, cresciuta imparando a restare umili, la scoperta del desiderio di raccontare storie, meglio se personali. Una nuova se stessa che emerge sin dal primo Sweetie del 1989 e che scopriamo già convinta delle proprie possibilità – più di quanto pensasse lei stessa – sin dal Peel che le valse la prima vera Palma d’Oro (per il cortometraggio, nel 1986). Un percorso che abbracciando tutta la sua produzione dedica uno spazio importante ai suoi estremi, Lezioni di piano e l’ultimo Il potere del cane. Esempi di una cura speciale nel filmare le donne, i loro silenzi e la loro forza, ma anche gli uomini, virili e fragili insieme. Una lettura interessante, tra le molte che emergono dalle due ore di visione, arricchite dalle immagini e le confidenze della Campion più che da una particolare costruzione del doc, composto principalmente di filmati di repertorio, vecchie interviste e qualche chicca (come i disegni degli storyboard e le sue foto più private).

LEGGI ANCHE: Jane Campion categorica sui cinecomic: “Li odio, non li dirigerò mai”

SE VI È PIACIUTO GUARDATE (ANCHE)… Tutti i film della regista in questione, dal primo all’ultimo: Sweetie (1989), Lezioni di piano (1993), Holy Smoke – Fuoco sacro (1999), In the Cut (2003), Bright Star (2009), Il potere del cane (2021). Più che per approfondire gli spunti offerti dalla Bertuccelli, per fare un favore alla vostra cinefilia e conoscere la filografia di una regista che ha molto più da mostrare di quel che la sentiamo dire in queste scarse due ore.

RASSEGNA PANORAMICA
VOTO
jane-campion-la-femme-cinema-raccontata-da-julie-bertuccelliFrancia 2022. Regia: Julie Bertuccelli. Documentario. Durata: 1h 38’. Distribuzione: ND