Una delle pagine più nere dell’Italia del dopoguerra, il delitto del Circeo, rivive nel nuovo film di Stefano Mordini, La scuola cattolica, presentato fuori concorso alla 78ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Tratto dall’omonimo romanzo di Edoardo Albinati, vincitore del Premio Strega 2016, il film nasce dall’esigenza di mettere in discussione valori, certezze, dogmi dietro i quali una parte della società italiana si è trincerata per tanti anni, raccontando il momento in cui queste convinzioni hanno cominciato a scricchiolare. «Nel raccontare il delitto del Circeo non volevo evidenziare un conflitto politico, ma piuttosto un conflitto di genere in cui l’uomo esercita violenza contro una donna e così contro l’intero mondo femminile», risponde Stefano Mordini in conferenza stampa – «I ragazzi non sono esplicitamente caratterizzati dal punto di vista politico, ma è un elemento dato per scontato, si muovono da fascisti, con momenti di violenza inconcepibili».
Benedetta Porcaroli e Federica Torchetti interpretano rispettivamente Donatella Colasanti e Rosaria Lopez, le due ragazze vittime di rapimento e stupro (e omicidio, nel caso della Lopez). «Il film è attuale: la violenza di genere esiste ancora. Oggi sempre più donne denunciano ma spesso da vittime diventano imputate. Un’educazione al rispetto dovrebbe partire dalle famiglie e dalle scuole», afferma Federica Torchetti, che aggiunge: «Le sequenze al Circeo sono state molto difficili da girare, abbiamo fatto pochissime prove. Stefano è stato molto presente e protettivo».
«Il film ci ha coinvolte in un senso di responsabilità comune. Conoscevo il delitto, ma ho dovuto approfondire tutto il contesto storico» – aggiunge Benedetta Porcaroli – «Nel girare quelle scene ho avuto un blocco fisico, non riuscivo a togliermi i vestiti. Penso ci sia grande bisogno di un film che parli di un tema così complesso».