La Signora Harris va a Parigi, la recensione di una favola d’altri tempi

Lesley Manville e Isabelle Huppert si scontrano, ma a vincere sono i buoni sentimenti

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La Signora Harris va a Parigi

Dopo l’apertura ufficiale della Festa del Cinema di Roma 2022 – e di Alice nella Città – non sono finite le inaugurazioni al Festival della capitale. Come quella della sezione Grand Public, che ha scelto il divertente adattamento dell’omonimo romanzo di Paul Gallico, La Signora Harris va a Parigi (in sala dal 3 novembre). Una favola d’altri tempi nella quale a vincere sono i buoni sentimenti, ma che offre al pubblico l’incredibile carrellata di splendidi interpreti che ruotano intorno alla protagonista Lesley Manville.

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IL FATTO: Nella Londra del 1957, Ada Harris (Lesley Manville) si guadagna da vivere pulendo appartamenti in attesa di ricevere notizie sul marito, dato per disperso durante la Seconda Guerra Mondiale. La scoperta di uno splendido abito Christian Dior, appeso nella camera da letto di una cliente, le apre le porte di un mondo sconosciuto e inizia a sognare di poter possedere qualcosa di così etereo e bello, una vera opera d’arte. Con qualche lavoretto extra e “un piccolo aiuto da parte degli amici”, Ada riesce a partire alla volta di Parigi, dove ma tra eventi e incontri sorprendenti – non ultimo quello con l’ostile Madame Colbert (Isabelle Huppert) – sarà costretta a restare più del previsto nella città della prestigiosa casa di moda. Per la quale non è esattamente un momento particolarmente sereno.

La Signora Harris va a Parigi, Isabelle Huppert
La Signora Harris va a Parigi, Isabelle Huppert

L’OPINIONE: Statunitense Paul Gallico, statunitense Anthony Fabian (anche se di origini britanniche) che ha deciso di dirigere l’adattamento del suo primo libro dedicato a Mrs. Harris, ma britannica la Lesley Manville che la interpreta magistralmente sullo schermo. Una delle attrici più apprezzate da Mike Leigh, che l’ha voluta in molti suoi film, a ragione, visto che è lei a determinare le sorti del viaggio della simpatica donna delle pulizie inglese all’inseguimento del suo sogno. Un sogno nel quale tutti siamo coinvolti, come tutti sono coinvolti da lei, ricchi e poveri, gentili e non. Un sogno di bellezza e gentilezza, di libertà mentale e fiducia nelle proprie possibilità e nella bontà altrui… merce rara, al giorno d’oggi. Che diventa realtà a forza di credere nella magia di un “giorno fortunato” e che ogni sfortuna possa nascondere una occasione nuova. Ricco di nuances, il film offre amori disneyani e stereotipi divertenti, ma dietro la filosofia di Sartre e certa aristocratica prosopopea c’è tanta lotta di classe e voglia di giustizia. Una cultura del lavoro che sta dietro le paillettes, della moda come del cinema, e che un film come questo – comunque leggero e toccante – non si fa problemi a sottolineare. Anche grazie alla presenza di un cast di grande talento assemblato magnificamente, capace davvero di portarci nel cuore dell’alta moda.

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SE VI È PIACIUTO GUARDATE ANCHE… Impossibile non pensare al Il diavolo veste Prada, ma forse sarà più interessante recuperare il precedente In volo per un sogno del 1992, film televisivo tratto dallo stesso romanzo di partenza e – per chi l’avesse conosciuta solo come ‘Signora in giallo’ – interpretato dalla recentemente scomparsa Angela Lansbury.

RASSEGNA PANORAMICA
VOTO
la-signora-harris-va-a-parigi-la-recensione-di-una-favola-daltri-tempiId., Canada/Usa 2022. Regia: Anthony Fabian. Con: Lesley Manville, Isabelle Huppert, Jason Isaacs, Lambert Wilson, Alba Baptista e Lucas Bravo. Durata: 1h 55’. Distribuzione: Universal