Last Night in Soho, Anya Taylor-Joy: “Amo la musica degli anni ’60, cantare dal vivo è stato spaventoso!”

Il film di Edgar Wright presentato fuori concorso a Venezia 78

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Credits: La Biennale, ph_Giorgio Zucchiatti

Un intimo omaggio a Londra, in particolar modo al quartiere in cui ha vissuto per oltre 25 anni. Edgar Wright presenta a Venezia 78 il suo atteso Last Night in Soho, thriller psicologico psichedelico che supera i confini del tempo e dello spazio.

“Ho un rapporto conflittuale con Londra: la amo, ma ne ho anche paura. Ho vissuto oltre 25 anni a Soho, era quasi inevitabile che facessi un film e ambientassi la storia là. Ci pensavo da tantissimo tempo, dovevo farlo” spiega il regista in conferenza.

Ruolo fondamentale ha ancora una volta la musica, da sempre una marcata caratteristica della cinematografia di Wright, che commenta così la scelta delle canzoni:

“Io ed Eloise, il personaggio interpretato da Thomasin McKenzie, abbiamo molto in comune. Anche io sono cresciuto con i dischi dei miei genitori ed erano tutti degli anni ’60. Quella musica è la mia macchina del tempo, tutte le canzoni che ho messo nel film significano molto per me, mi fanno tornare indietro”. 

Edgar Wright – Credits: La Biennale, ph_Giorgio Zucchiatti

Presente al Lido, per la prima volta, anche Anya Taylor-Joy, co-protagonista del film insieme a Thomasin Mckenzie.

“Ogni giorno mi innamoro sempre di più del mio lavoro, mi sento privilegiata e fortunata nel poter lavorare con persone di così grande talento” dice la Taylor-Joy, che nella pellicola interpreta Sandie, una misteriosa e bellissima donna degli anni ’60 aspirante cantante. “Recitare con la musica è glorioso, inoltre sono innamorata delle canzoni di quel periodo” – ha spiegato l’attrice, che si è dovuta cimentare anche con ballo e canto – “La scena dell’esibizione canora? È stata spaventosa, finora avevo sempre cantato solo sotto la doccia!”.

Il film mixa, con i consueti virtuosismi visivi di Wright, generi diversi e tante citazioni, come conferma il regista stesso: “Pensavo ai film e ai generi che mi mancavano, registi che amo come Michael Powell, Hitchcock, Dario Argento, Bava. Volevo trovare una versione londinese, ispirato da loro. Volevo fare un film al centro di Londra: di solito non girano quasi mai al centro, né tanto meno a Soho”.