Lina Siciliano al Lamezia Film Festival: “In Rosa ho trovato un’amica”

Abbiamo incontrato la protagonista di Una femmina al Lamezia Film Festival

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lina siciliano

È stata una delle rivelazioni della stagione cinematografica italiana. Lina Siciliano, protagonista di Una femmina di Francesco Costabile, in cui interpreta Rosa, una giovane donna calabrese che si ribella alla ‘Ndrangheta dopo avere scoperto la verità sulla morte di sua madre.

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Una vera rivelazione questa ragazza che ha avuto una vita non facile: vent’anni passati in una casa famiglia, per poi trasferirsi a Napoli, salvo poi ricevere una telefonata dalla sua educatrice per tornare a Cosenza per un provino. Quello per Rosa, con cui poi è andata a Berlino, a Bari, a Karlovy Vary, a New York e con cui ancora sta girando il mondo. E con cui è tornata anche nella sua natia Calabria, in occasione della nona edizione del Lamezia Film Festival, dove abbiamo potuto fare una chiacchierata con Lina Siciliano.

Ti aspettavi tutto questo successo, i festival, i premi?

Il successo del film sì, perché ci credevo, è un film importante e mi aspettavo venisse riconosciuto. Quello personale no, ma io e la mia autostima non abbiamo mai viaggiato insieme. Ma insieme è stato fatto un percorso straordinario che ci ha fatto girare il mondo.

Una femmina è legato a una situazione in cui si trova una donna calabrese, ma è un discorso che può essere esteso universalmente. A che punto è, secondo te, la consapevolezza delle donne di sé stesse in questo momento storico?

Ancora bassa. Noi abbiamo riportato questa storia di una donna con un potere forte all’interno di un’organizzazione criminale, maè una situazione che potrebbe vivere anche all’interno di un patriarcato, con un datore di lavoro che sottomette e che non dà i diritti che spettano, da quelli della maternità, una tematica a cui purtroppo bisogna ancora oggi far fronte, per cui penso che se le donne valorizzassero di più la propria consapevolezza di potercela fare tante barriere verrebbero abbattute.

In questo senso sta crescendo una solidarietà femminile?

Sì, penso che noi donne quando camminiamo insieme siamo una forza, perché è vero che una donna ce la fa da sola si, ma quando ci permettiamo di prenderci per mano diventiamo dure come una pigna, piccoli tasselli che rendono forte una struttura. Personalmente ne ho ricevuta anche sul set di Una femmina, da attrici professioniste che non mi hanno fatto sentire diversa da loro. E anche Fabrizio Ferracane ha avuto lo stesso atteggiamento e questa solidarietà ha rafforzato la mia convinzione di potercela fare.

Hai sempre detto che anche se in Rosa c’è molto di te, Lina Siciliano è rimasta sempre lì.

Assolutamente, tutto questo non cambia nulla. Io spero di arrivare anche a Hollywood un giorno, ma Lina rimarrà Lina, è quello che dico sempre con il mio compagno, il padre di di Luca, il mio bambino: testa alta, ma piedi a terra, niente castelli in aria.

Non hai mai fatto mistero della della tua vita, del tuo passato, del fatto di venire da una casa famiglia, ma hai anche detto che una cosa è il lavoro, un’altra è il privato. Quanto di te sarai disposta a raccontare in futuro?

Sapere da dove si viene è importante, il fatto che io venga da una casa famiglia ha fatto sì che abbia potuto dare a Rosa un po’ del mio vissuto, questo è certo, ma non è detto che io sia riuscita a interpretare questo ruolo perché ho vissuto quello che ho vissuto. Sicuramente penso di avere un po’ di talento e di saper fare altre cose al di fuori di questa tragedia greca, di sapermi approcciare ad altre realtà e interpretare ruoli più leggeri e felici, non voglio essere sempre la ragazza della casa famiglia, ma Lina e basta.

Se ti proponessero di raccontare la vita di Lina Siciliano in un film accetteresti?

Sì, perché alla fine è bello sapere di esserci riuscita solo con la spinta del riscatto di uscire dalla melma in cui sono nata e cresciuta, anche se poi nella casa famiglia ho ricevuto valori, principi, educazione, non era un ambiente realmente familiare, ma c’erano delle regole precise. È importante saperlo, nascondere il passato non serve, il passato vuoi o non vuoi ti ha reso quello che sei oggi e io sono questa, alla luce del sole.

Rosa parla quasi più con gli occhi che con le parole. Come hai lavorato sul personaggio?

C’è stato un lavoro molto emotivo, profondo, ci ho lavorato talmente tanto che ho avuto anche febbre e cedimenti fisici. Mi sono sentita Rosa, perché vuoi non vuoi tutti i personaggi che interpreti, devi metterci qualcosa di te, ma in Rosa ho anche trovato un’amica, una confidente, ne abbiamo passate tante e attraverso lei abbiamo mandato un messaggio importante.

Messaggio che è arrivato a molte ragazze.

Sì, alcune giovani hanno anche scritto a Francesco Costabile dicendogli che grazie al film si sono liberate di alcuni mostri, altre hanno trovato la forza di potersi ribellare, per esempio a un padre violento. Perché questo era il messaggio, trovare la forza.