HomeFestivalFesta del Cinema di Roma 2024Modi, la recensione del film di Johnny Depp con Scamarcio e Pacino

Modi, la recensione del film di Johnny Depp con Scamarcio e Pacino

Il regista racconta tre giorni folli nella vita di Amedeo Modigliani

Un viaggio lungo 12 anni, a sentire Andrea Iervolino, che oggi arriva a destinazione – dopo il passaggio al Festival di San Sebastian – alla Festa del cinema di Roma 2024, dove è in  programma l’anteprima di Modi – Tre Giorni sulle Ali della Follia, il tanto atteso secondo film da regista di Johnny Depp, premiato con il Premio alla Carriera proprio in questa diciannovesima edizione. Settantadue travolgenti ore della vita dell’artista bohémien Amedeo Modigliani, interpretato da Riccardo Scamarcio, assoluto protagonista del film  nel quale lo vediamo affiancato da Antonia Desplat, Bruno Gouery, Ryan McParland, Stephen Graham, Luisa Ranieri e, in una scena chiave, Al Pacino.

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IL FATTO

Parigi, 1916: Amedeo Modigliani sbarca il lunario cercando di vendere ritratti alle facoltose signore dei caffè eleganti di Place de l’Opéra, almeno fino a che il suo carattere intemperante non lo mette nei guai costringendolo a scappare dopo aver infranto una splendida vetrata decorata. In fuga dalla polizia e stanco delle scarse soddisfazioni, Modi vorrebbe abbandonare la città, mentre gli amici Utrillo (Gouery) e Soutine (McParland) – oltre alla amata musa Beatrice Hastings (Desplat) – lo spingono a continuare a dipingere. Tra grandi bevute e allucinazioni, è però l’amico mercante d’arte Léopold Zborowski (Graham) a convincerlo a restare, in attesa dell’incontro che potrebbe cambiare la sua vita, con l’esperto Maurice Gangnat (Pacino) …tra tre giorni.

Modi di Johnny Depp

L’OPINIONE

A sentire gli attori del film, non deve essere stato facile – come si dice – “portare a casa” – questo film, dopo una lunghissima gestazione e con un regista tanto eclettico, nel bene e nel male. Del quale non si mette in dubbio la dedizione, visto che l’adattamento del “Modigliani” di Dennis McIntyre finalmente realizzato vive dell’onnipresente ombra e della filosofia di vita di Depp, che si affida al nostro – e altrettanto sopra le righe – Riccardo Scamarcio per dar vita a un proprio alter ego piuttosto che a una rappresentazione del famoso pittore e scultore di Livorno.

Una versione – affidata agli sceneggiatori Mary e Jerzy Kromolowski (La promessa, In the Electric Mist) – sicuramente diversa da quella alla quale aveva pensato proprio Pacino negli anni ’70 o quella che lo stesso Al propose a Johnny Depp (che avrebbe dovuto esserne il protagonista, diretto dal collega) ai tempi della loro esperienza in Donnie Brasco. In ogni caso, come viene sottolineato oggi, non un biopic, che probabilmente avrebbe comportato  troppi ‘paletti’ e non avrebbe permesso le tante libertà creative delle quali vive questa definitiva messa in scena.

Un film che approfitta della figura di Modigliani per raccontare altro, Depp in primis, e che sconta questa sua ‘mission’ in una generica confusione espressiva, dai pochi alti e molti bassi. L’artista è al centro, e sopra a tutto, creatura superumana e triviale allo stesso tempo, creatore di arte, che sia compresa/o o meno: un modo forse per prevenire ogni possibile critica, insomma, e magari per togliersi qualche sassolino dalle scarpe (soprattutto dopo gli ultimi anni che han visto l’ex Jack Sparrow sotto i riflettori per motivi personali).

Posizioni sulle quali immaginiamo che Scamarcio si sia trovato in sintonia con il suo regista (salvo lasciar trasparire un pizzico di sarcasmo nel parlare della sua programmazione, sul set e fuori), ma che all’atto pratico non aiutano granché l’opera a presentarsi al meglio al vaglio altrui, del pubblico o della critica che sia. Senza sindacare sulle scelte creative e artistiche infatti, e pur accettando compiaciuti il divertissement degli intermezzi in bianco e nero alla Buster Keaton – o apprezzando l’impegno e la capacità del protagonista nel recitare quasi tutto il film in inglese (salvo per il turpiloquio più colorito, in italiano), per quanto piuttosto basic (non ai livelli del Santamaria di The Return, insomma) – il risultato finale appare troppo diseguale, spesso inutilmente prolisso e con scene e dialoghi bruttini e mal inquadrati.

 

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SE VI È PIACIUTO MODI, GUARDATE ANCHE…

Senza cercare somiglianze che potrebbero suonare irrispettose con film dal tono simile a quello ‘scanzonato’ scelto da Johnny Depp, meglio sorridere insieme a lui della ricostruzione fatta da Woody Allen, nel suo Midnight in Paris, di quell’epoca e di un incredibile cenacolo di artisti. E se volete recuperare un ottimo film su un grande pittore, dallo stile completamente diverso, potrebbe essere il momento di (ri)scoprire il Pollock di e con Ed Harris.

 

Modì, Three Days on the Wing of Madness, 2024. Regia: Johnny Depp. Con: Riccardo Scamarcio, Bruno Gouery, Ryan McParland, Stephen Graham, Antonia Desplat, Luisa Ranieri, Al Pacino. Durata: 1h e 54′. Distribuzione: Be Water.

 

Modi di Johnny Depp - Riccardo Scamarcio

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Modì, Three Days on the Wing of Madness, 2024. Regia: Johnny Depp. Con: Riccardo Scamarcio, Bruno Gouery, Ryan McParland, Stephen Graham, Antonia Desplat, Luisa Ranieri, Al Pacino. Durata: 1h e 54'. Distribuzione: Be Water.Modi, la recensione del film di Johnny Depp con Scamarcio e Pacino

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