È stata la mano di Dio, Sorrentino: “L’età giusta per fare un film così personale”

Paolo Sorrentino e il cast presentano il film a Venezia 78

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«Perché fare un film del genere ora? A un certo punto si fanno i bilanci, mi sono reso conto che nella mia vita da ragazzo c’era stato tanto amore e tanto dolore. Ho voluto mettere tutto questo in un racconto cinematografico. L’ho fatto adesso perché ho l’età giusta per farlo, 50 anni. Ero abbastanza grande e maturo per fare un film personale».

Così Paolo Sorrentino spiega la scelta di realizzare È stata la mano di Dio, film semi-biografico ambientato nella sua Napoli, presentato questa mattina in conferenza a Venezia. Sul titolo, spiega:

«Il titolo è una bellissima metafora, è emblematico, in relazione al caso o ai poteri divini. Io credo in un potere semidivino di Maradona». E sull’iconico calciatore argentino, dice: «È un mio grande rammarico non aver potuto farglielo vedere. Non era un uomo accessibile, non ho avuto modo prima della sua scomparsa» Un lutto, quello di Maradona che Sorrentino, “non è ancora in grado di esprimere a parole”

Toni Servillo e Teresa Saponangelo interpretano i genitori di Fabietto, ispirato a proprio ad un giovane Sorrentino. Sui loro ruoli, dicono: “È stato emozionante ricevere una proposta del genere” – dice Servillo – “Paolo non ci ha chiesto di essere qualcosa nel privato della sua memoria, ci ha dato qualche spunto, ci ha detto di apparire molto innamorati. Poi abbiamo usato un po’ la fantasia, io ad esempio sono un padre che viene meno al suo ruolo”

“È una grande manifestazione d’affetto l’essere stata scelta” aggiunge Teresa Saponangelo –  “Non ci conoscevamo bene dal punto di vista professionale, il nostro affetto è cresciuto durante la lavorazione. Paolo è un regista che fa scelte non convenzionali, non suggerite, non concordate, realmente libere”. 

Nel cast anche Luisa Ranieri, che commenta così il suo ruolo:

“Il personaggio di Patrizia è ispirato ad una zia di Paolo. Quando ho letto la sceneggiatura mi sono resa conto che in Patrizia c’era tutto, l’ho riconosciuta alla prima lettura. Mi è arrivato subito il dolore di questa donna, ho cercato di restituirlo, nella sua pazzia e lotta con il dolore, che la faceva scappare dalla realtà”.

Il giovane Filippo Scotti interpreta Fabietto, ispirato, come dicevamo, all’adolescenza di Sorrentino: “Ho cercato di carpire tanto dalle movenze di Paolo. Ho deciso di passare il mese di agosto a Napoli e dedicarmi alla lettura di libri, ho guardato film che potessero piacere a Fabietto per trovare quella malinconia estiva”. 

“Cercavo un attore bravo, il sogno è che si dirigano da soli” – dice Sorrentino su Scotti – “Lui ha facilmente sbaragliato la concorrenza degli altri ragazzi. Mi sembrava avesse la stessa timidezza e inadeguatezza che avevo io a 17, 18 anni. Aveva caratteristiche analoghe”.