Nessuno come Gaga. È lei la regina del red carpet di questa Mostra del cinema, capace di smuovere una folla stretta in un delirio collettivo mentre la segue nel breve tratto di strada fra l’Excelsior e il Palazzo del cinema. A piedi. Nessuna macchina, Lady Gaga preferisce camminare, stretta fra due ali di folla che la polizia fatica a contenere.
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Protagonista con Joaquin Phoenix di Joker: Folie à Deux di Todd Phillips (qui la recensione), secondo capitolo del film vincitore del Leone d’Oro 2019, in concorso a Venezia 81, Stefani Germanotta solca il red carpet insieme al fidanzato Michael Polansky, nero il suo abito, come il cappello scultura che indossa. Il suo popolo, che da giorni la aspetta, è li in estasi: lei si avvicina per firmare autografi e salutare, proprio come aveva fatto con la stampa in mattinata. Phillips le ha ritagliato un ruolo da dama nera che riesce a piegare Joker, sedotto prima e abbandonato poi, in un gioco in cui è la musica a unire le due anime perse.
“Non è un musical – sottolinea l’attrice. – Ma il modo in cui la musica consente ai personaggi di esprimersi perché scena e dialogo non sono sufficienti. Abbiamo lavorato molto sul modo in cui cantare, per me è stato necessario dimenticare la tecnica“. Si è innamorata non solo del suo ruolo, ma dell’intero film: “Sembra un dipinto – svela Lady Gaga – dalla musica ai costumi. Lavorare con Phoenix è stato semplicissimo, una esperienza molto diversa da qualsiasi altra mai fatta prima. A volte quando vengono raccontate storie su persone incomprese abbiamo l’opportunità di scoprire quel mondo”.
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Ora questo secondo, attesissimo, capitolo che Phoenix non considera un semplice sequel, viene consegnato al pubblico. “Vogliamo che siate voi a decidere cosa questo film significa per voi piuttosto che decidere noi, per voi”, spiega ancora la neo Harley Quinn, che confessa di aver cominciato a fare musica fin da piccola “per avere qualcosa da dire, per questo adoro i film, per le storie che si possono raccontare e che possono aiutare le persone a sentirsi bene o a fuggire in un mondo diverso“. “A vent’anni – conclude – volevo cambiare il mondo. E musica e cinema hanno la capacità e la forza di cambiare il modo in cui le persone si sentono“.