Venezia 79 – The Son, la recensione del nuovo film del regista di The Father

Anche Anthony Hopkins nel dramma familiare di Florian Zeller con Hugh Jackman

0
The Son Florian Zeller

Sembra incredibile che il suo esordio alla regia cinematografica risalga solo all’anno scorso, quando il suo The Father – Nulla è come sembra conquistava il pubblico delle sale prima e i giurati dell’Academy poi, consegnando il Premio Oscar a quell’Anthony Hopkins che torna a fare il padre anche in questa opera seconda di Florian Zeller, The Son. Un nuovo capitolo della ideale trilogia nata per il palcoscenico teatrale – completata da The Mother (del 2010) – nel quale il drammaturgo francese continua a esplorare il dissolversi dei legami affettivi e umani all’interno di nuclei familiari più o meno tradizionali o equilibrati.

LEGGI ANCHE: The Father – Nulla è come sembra – La recensione

Stavolta, il film – in Concorso alla 79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, e prossimamente distribuito nelle sale italiane da 01 Distribution – sposta l’oggetto delle cure e il focus della vicenda dalla terza età all’adolescenza. Ma nel mirino ci sono sempre l’immedesimazione dello spettatore e i suoi sensi di colpa nei confronti di una diversa fragilità. A seconda dei momenti, meno sorniona o tragica di quella già vissuta. Alla quale, naturalmente, mancava la possibilità di una speranza.

Quella che il pubblico sogna per il diciassettenne Nicholas di Zen McGrath, al suo primo ruolo davvero importante dopo la serie Utopia e un paio di apparizioni in Red Dog – L’inizio e Il volo del falco con cui ha esordito nel 2014. Lui è il figlio del titolo, che due anni dopo il divorzio dei genitori sembra non poter/voler più vivere con la madre (Laura Dern), quasi costretta a chiedere aiuto all’ex marito Peter e oggi novello papà di un neonato avuto con la nuova compagna (Vanessa Kirby).

LEGGI ANCHE: The Son, con Hugh Jackman a Venezia 79 continua la trilogia

Nell’intreccio tra padre e figlio, figlio di un altro padre, è cardinale l’interpretazione di Hugh Jackman, emotivo come non mai, contenuto e immaturo, tormentato da sensi di colpa (per il figlio, e le donne della sua vita) e dal rancore (per l’anziano padre, del quale rischia di seguire le orme). Solo, abbandonato, ferito, è anche il suo il male di vivere che Nicholas sente e gli impedisce di trovare il suo posto nel mondo che lo aspetta, di trovare pace. E di darne.

E’ una corsa contro il tempo – inconsapevole, e in salita – quella per risolvere la situazione, destreggiandosi tra la sua nuova famiglia, la prospettiva di un’allettante carriera politica a Washington e il tentativo di rimediare agli errori del passato. Concentrato su di sé, Peter inizia a non vedere più né il figlio, né se stesso. Uno sbaglio che forse commetteremmo anche noi spettatori se non intervenisse il vecchio Hopkins a evidenziare somiglianze e crepe.

LEGGI ANCHE: Tutti gli appuntamenti e le star in diretta da Venezia 79

In maniera fin troppo esplicita, forse, come è l’intera rappresentazione di un dolore tanto straziante e di un conflitto che – nonostante il titolo e quel che vediamo sullo schermo – continua ad avere i padri e la paternità al centro. Sono loro i cattivi maestri, più o meno consapevoli e/o sensibili, conflittuali e dialettici, sicuri o rassicuranti, loro l’origine di un male che si rivelano incapaci di sanare.

Se The Father giocava con lo spazio e il tempo sovrapposti dalla distorsione della demenza senile, in The Son il thrilling è inevitabilmente più lineare, e lo sviluppo più prevedibile. Senza che questo tolga nulla alla tensione narrativa o al suo crescendo, e all’ammirazione per delle prove attoriali (da Hopkins a Jackman e Dern) che potrebbero significare un bis dell’Oscar già conquistato in precedenza.

The Son

RASSEGNA PANORAMICA
VOTO
the-son-la-recensione-del-nuovo-film-del-regista-di-the-fatherRegno Unito, 2022, Regia Florian Zeller, Interpreti Hugh Jackman, Vanessa Kirby, Laura Dern, Anthony Hopkins, Zen Mcgrath, Hugh Quarshie, Durata 124'