A VOLTE RITORNANO: “ALLA RICERCA DI DORY” E WARREN BEATTY

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“A volte ritornano” è diventato un modo di dire proverbiale grazie al racconto di Stephen King, Sometime They Come Back (pubblicato sul mensile per soli uomini Cavalier nel 1974 ) che poi ha dato il titolo italiano alla sua prima collezione di racconti (in originale invece intitolata Night Shift). Da allora oltre a evocare l’immortalità di fantasmi, vampiri & zombie, viene usato ironicamente per sottolineare impreviste resurrezioni di vecchie glorie ormai relegate alla qualifica di ex filmmaker in pensione.

Quella frase fatta è sorprendentemente risuonata al Four Season di Los Angeles durante la presentazione alla stampa del sequel della Pixar, Alla ricerca di Dory. L’ha usata con spiritosa autoironia il regista Andrew Stanton (due Oscar, proprio per l’originale, Alla ricerca di Nemo, 2003, e poi per Wall-E, 2008), tirando in ballo anche Ellen Degeneres, popolarissima anchor woman televisiva e presentatrice di due cerimonie di consegna dell’Oscar, ma qui doppiatrice della pesciolina Dory. Ma l’ha privata di ogni connotazione negativa (anche se lui, un genio dell’animazione, era reduce dal flop di John Carter, il suo primo film live).

“Lasciando perdere il mio caso personale, sia chiaro”, ha detto sorridendo a Ciak, ”vorrei sottolineare che, per fortuna, a volte ritornano anche le leggende”. E ha parlato diffusamente di Warren Beatty, 79 anni, che ha scritto, interpretato, prodotto e diretto e Rules Don’t Apply, annunciato in uscita l’11 novembre. Stanton, che all’inizio della sua carriera voleva fare l’attore (e per divertirsi doppia sempre almeno un personaggio dei suoi film; stavolta è la tartaruga Crush) è un suo fan, ma chi non lo è? Nella sua lista dei capolavori del cuore c’è uno dei suoi film, I compari di Robert Altman con la splendida Julie Christie. Altri suoi titoli celebrati sono Gangster Story di Arthur Penn, 1967, Shampoo di Hal Ashby, 1975, Bugsy Barry Levinson, 1991.

Del regista Beatty si erano perse le tracce dal 1998, l’anno di Bulworth- Il senatore; dell’attore Beatty, invece dal 2001, Amori in città… e tradimenti in campagnaRules Don’t Apply, ambientato nel 1958, racconta una contrastata storia d’amore hollywoodiana, fra la reginetta di bellezza e aspirante modella Marla Mabrey (Lily Collins), e l’aspirante businessman Frank Forbes (Alden Ehrenreich), entrambi stipendiati da Howard Hughes (Warren Beatty), contrario a relazioni intime fra i suoi impiegati, quando non riguardino lui. È una commedia relativamente a basso costo, 28 milioni di dollari, malgrado il bel cast: Alec Baldwin, Matthew Broderick, Candice Bergen, Steve Coogan, Ed Harris, Annette Bening, moglie di Beatty.

Era un suo vecchio pallino, a cui pensava da 40 anni, dopo aver incontrato di persona Hughes negli anni 70. Beatty ha vinto l’Oscar per Reds, e ha ottenuto altre 13 nominations come attore, regista, sceneggiatore. E in più ha ricevuto anche l’onorario ma prestigiosissimo Irving G. Thalberg Memorial Award dedicato allo storico boss della Metro Goldwin Mayer, assegnato a “produttori creativi, autori di opere cinematografiche di alto livello” (l’unico italiano a vincerlo è stato Dino De Laurentiis). Il suo ritorno al cinema coincide con i 55 anni del suo primo film, Splendore nell’erba di Elia Kazan, e i 35 di Reds.

L’ultimo attore a interpretare Howard Hughes era stato Milton Buras in L’imbroglio del 2006. I più importanti restano Leonardo Di Caprio (L’aviatore di Martin Scorsese, 2004 ), Dean Stockwell (Tucker – Un uomo e il suo sogno, di Francis Ford Coppola, 1988), Jason Robards (Una volta ho incontrato un miliardario, di Jonathan Demme, 1980). In tv invece c’è stato Tommy Lee Jones (The Amazing Howard Hughes, di William A. Graham, 1977) e Dan Aykroyd  con la sua parodia per il Saturday Night Live.