“BATMAN V SUPERMAN” : BEN AFFLECK, L’ETERNO SOTTOVALUTATO

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Ben Affleck sta per ricevere l’ennesima consacrazione: quella del ruolo dell’Uomo Pipistrello in Batman v Superman: Dawn of Justice, che vi raccontiamo in anteprima sul nuovo Ciak in edicola. Eppure in tanti continuano a non credere in lui: perché?

DI MASSIMO LASTRUCCI

Bello, famoso e anche bravo. Eppure… Ben Affleck ha i suoi affezionati denigratori. Da cui non può liberarsi. Pensate: dopo due Oscar (nel 1998 per la cosceneggiatura di Will Hunting-genio ribelle e per il miglior film, Argo, nel 2012), una coppa Volpi a Venezia per l’interpretazione di Hollywoodland nel 2006, più altri importanti e vari riconoscimenti come attore e regista, è ancora e sempre sotto esame. Troppo bello per essere un grande attore? Troppo fortunato (anche in amore: Gwyneth Paltrow, Jennifer Lopez, Jennifer Garner – da cui ha avuto anche tre figli – sono state sue fidanzate; e anche al poker che l’ha visto trionfatore in vari tornei) per essere convincente in ruoli drammatici (eppure si tratta pur sempre di un ex alcolista!)? Troppo politically correct e progressista per essere un maledetto dai lati oscuri come si deve? Troppo colto per fare l’eroe della strada? Tutte osservazioni che Ben Affleck, 43enne di Berkeley, si è sentito addosso per tutta la sua lunga ed eclettica carriera (45 interpretazioni, 3 regie di lungometraggi, 4 sceneggiature, 14 produzioni), fatta di picchi e qualche imbarazzante caduta (Amore estremo ad esempio, ma soprattutto Daredevil, uno dei rari comic movie con supereroi da essere baciati da sonoro insuccesso). Sarà proprio per questa impresa (a suo modo lo è) che tanti fan del genere (o più semplicemente fanatici?) hanno sobbalzato quando hanno sentito che sarebbe stato lui il prossimo Uomo pipistrello in Batman v Superman: Dawn of Justice, in uscita il 23 marzo anche da noi, con la regia di Zack Snyder ( L’alba dei morti viventi, 300, Watchmen, Il regno di Ga’Hoole, Sucker Punch, L’uomo d’acciaio). Per cui, ancora adesso, sono in tanti ad avere il fucile puntato su di lui, nonostante la difesa preventiva di un cineasta fumettomane e amico come Kevin Smith (“potrebbe essere il miglior Batman di sempre”). Noi però stiamo con lui, con quella sua brava faccetta mascelluta capace di far trasparire pulsioni e vizi assai poco commendevoli.

Ecco comunque la (personale) scaletta delle sue 5 interpretazioni top, in rigoroso ordine cronologico:

ben-affleck-dogma

 

DOGMA (1999) di Kevin Smith. Ferocissima e miscredente, una pirotecnica e volutamente sgangherata commedia teologica (che fece egualmente imbestialire cattolici e protestanti), con due angeli ribelli “imprigionati” nell’“inferno” del Wisconsin e vogliosi solo di tornarsene in Paradiso. A qualunque costo. Omicidi e botte da orbi tra Serafini, demoni e bislacchi servi di Dio. A uscirne con le ossa rotte è però il fanatismo religioso. La coppia Matt Damon-Ben Affleck gioca tra malignità e umanissimi desideri, amorali dalla faccia angelica.

State of play ben affleck

 

STATE OF PLAY (2009) di Kevin MacDonald. Da una miniserie tv made in England, una avvincente e complicata trama poliziesca in cui politica e crimine vanno a braccetto (ma no!?). Con Russell Crowe giornalista cinico-ma-in-fondo-idealista e Ben Affleck, ambiguo politico a cui hanno ucciso l’assistente e amante. L’espressione disarmata e affabile di Ben comincia a nascondere troppi segreti dietro la sua impassibilità (che diventa un’arma espressiva a suo vantaggio).

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THE TOWN (2010) di Ben Affleck. La seconda regia della star (dopo Gone, Baby Gone del 2007) è un altro bel crime movie metropolitano. Lui è il brillante capobanda di un team ladri-amici di quartiere. Da irlandese ha un suo codice e magari vorrebbe anche trasformarsi in uomo onesto, ma prima c’è ancora un colpo da fare, destinato a degenerare in un bagno di sangue. Nei panni di Doug MacRay riesce a spogliarsi della sua aria un po’ snob, mentre la sua regia allestisce e gestisce al meglio la suspence. Per Jeremy Renner, nomination agli Oscar come non protagonista.

argo ben affleck

 

 

ARGO (2012) di Ben Affleck. Il colpaccio inaspettato. Sceneggiata da Chris Terrio, l’incredibile storia (vera) di come la Cia liberò sei americani dall’ambasciata Usa presa d’assalto a Teheran dai komeinisti nel 1979, ovvero fingendo di girare un filmaccio di fantascienza! E siccome Affleck interpreta il ruolo di un agente che si finge produttore di Hollywood, il travestimento sarà (anche ai nostri occhi) particolarmente riuscito. Il ritmo e la tensione degli avvenimenti fanno poi il resto. 3 gli Oscar: al film (di cui Ben è coproduttore assieme a Grant Heslov e George Clooney -!!!), alla sceneggaitura e al montaggio. Ottimi John Goodman e Alan Arkin.

LAmore-Bugiardo-Gone-Girl-Ben-AffleckL’AMORE BUGIARDO (2014) di David Fincher. Probabilmente la miglior esemplificazione di quel che sa fare oggi l’attore Ben Affleck. Nei panni di un marito sospettato di uxoricidio è impeccabile e maturo. Così umanamente ambiguo, un bell’uomo simpatico e charmant che a grattare appena rivela tutte le sue manchevolezze e i suoi difetti caratteriali, da farci stare sempre sul chi vive. Un giallo di Gillian Flynn che il talento del regista trasforma in un teatrino emblematico dello stato morale delle cose nella società USA. Splendida anche l’interpretazione di Rosamunde Pyke che arriva infatti alla Nomination.