CANNES 2016: “AMERICAN HONEY” E “MAL DE PIERRES” NON CONVINCONO

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Sono di scena le donne oggi a Cannes, davanti e dietro la macchina da presa, tra amori precari o solo immaginati, malessere sociale e disagio dell’anima. L’inglese Andrea Arnold porta in concorso American Honey, ritratto di una generazione oltreoceano on the road senza tetto né ideali, che tra alcol e droga cerca soldi facili, emozioni forti e sogni che non riesce neppure a mettere a fuoco.

Tra tutti spicca Star (Sasha Lane), che abbandona una famiglia scompaginata per unirsi a un gruppo di giovani itineranti, impegnati a vendere abbonamenti a riviste porta a porta, ma dediti soprattutto a feste e piccoli furti. Troverà nell’eccentrico e imprevedibile Jake (Shia Laboeuf) l’amore che voleva? Due e ore e quaranta minuti sono francamente troppe però per raccontare le vuote trasgressioni dei protagonisti, di cui anche alla fine sappiamo ben poco, e che ci trascinano in un viaggio nel cuore di un’America che ha smarrito il senso più profondo della ribellione. Saltare sul furgone insieme ai ragazzi e spiarli per ore nel loro quotidiano non basta per restituire paure e inquietudini di chi non riesce a trovare il proprio posto nel mondo.

E se il film della Arnold delude profondamente, non convince neppure Mal de pierres di Nicole Garcia, liberamente tratto dal racconto Mal di pietre della scrittrice sarda Milena Agus, interpretato da Marion Cotillard e ambientato nel sud della Francia. Qui Gabrielle, giovane donna “malata di nervi”, emotivamente instabile, viene prima sposata a un uomo grazie a un matrimonio combinato e poi ricoverata in una clinica per curare un calcolo renale che le renderebbe impossibile una gravidanza. Durante la degenza incontra un altro paziente (Louis Garrel) con il quale inizia una storia d’amore ricca di passione, ma come accadeva ieri nel film Madamoiselle di Park Chan Wook, non tutto è come sembra. La Cotillard convince, ma non emoziona e la confezione del film è quella di uno sceneggiatone televisivo di gran lusso. Niente di più, niente di meno.

Alessandra De Luca