Cannes 70: piace “Okja”, dopo le polemiche su Netflix e il sospetto di boicottaggio

0

Dopo tutte le polemiche che hanno coinvolto Netflix e il Festival di Cannes a proposito della mancata distribuzione nelle sale dei film prodotti dal gigante dello streaming, era ovvio che i più maliziosi gridassero al boicottaggio quando la proiezione per la stampa di Okja, favola animalista del coreano Bong Joon-ho, è partita in sala con un formato sbagliato e poi ripartita con molto ritardo. Il festival si scusa ufficialmente, ma la tumultuosa mattinata era già cominciata con i fischi al logo Netflix, produttore del film. Con il risultato che oggi a Cannes non si parla di altro. «La cosa positiva è che critici e giornalisti hanno visto l’inizio del film due volte» dice il regista che aggiunge: «Ho avuto da Netflix grande libertà creativa per realizzare questo film refrattario a qualunque etichetta di genere. Sono contento che Almodovar e la sua giuria vedano Okja sul grande schermo, credo che le persone mentalmente aperte possano sempre trovare un punto di incontro».

«Non siamo qui per i premi – ha aggiunto Tilda Swinton – ma per mostrare il film a Cannes e al suo pubblico. Credo che possa essere l’inizio di un nuovo dialogo e che, come spesso nella vita, ci sia spazio per tutti. E non dimentichiamo che sono tantissimi i film di Cannes, spesso i più belli, che non godono di una distribuzione, e che rimangono dunque invisibili».

Interpretato da Tilda Swinton (per la seconda volta nei panni di due gemelle dopo quelle interpretate in Ave, Cesare!), Jake Gyllenhaal e Paul Dano, il film dagli spettacolari effetti visivi, immerso in un mondo abitato anche da Spielberg, Miyazaki, Dahl, vede protagonista una bambina coreana cresciuta in mezzo alla natura insieme a un gigantesco maiale, ignara che l’animale è il frutto della sperimentazione genetica di una corporation agrochimica. La piccola Mija però è disposta a tutto pur di salvare la vita al suo inseparabile amico con la complicità di un gruppo di militanti animalisti. E se in questa rocambolesca, tenera avventura che piacerà anche ai più piccoli e che rimanda sia ad ET che a Il grande gigante gentile e Il mio amico Totoro, l’umorismo anche surreale e grottesco spesso prevale, due pugni nello stomaco arrivano dalla sequenza del macello, che ricorda al pubblico da dove arriva la carne impacchettata nei supermercati, e da quella che mostra una sorta di campo di concentramento dove migliaia di bestie attendono disperate la morte.

«Nella sofferenza della condizione animale si rispecchia anche quella dell’uomo», commenta il regista, mentre Gyllenhaal aggiunge: «Il film solleva importanti questioni che riguardano il capitalismo e lo sfruttamento delle risorse naturali e credo che considerata la situazione politica internazionale e quella del mio paese in particolare, non esista momento migliore per proporre Okja al pubblico».

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here