Frustrata, depressa, ciclotimica, Christine Chubbuck è una giornalista di una televisione locale (a Sarasota, Florida) che cerca a tutti i costi il colpo che darebbe una svolta alla sua carriera. Di litigio in delusione, arriverà ad armarsi di rivoltella, intenzionata a spararsi davanti alla telecamera.
Da una storia vera e tremenda, datata 1974, la biografia della reporter che in qualche modo ispirò Sidney Lumet per il suo Quinto potere. Antonio Campos colpì la critica nel 2008 con il suo , proiettato a Cannes. Ora con questa biopic dimostra di essere maturato e pronto per progetti ancor più impegnativi, visto l’ammirevole senso della composizione drammatica ad accompagnare via via il disagio del personaggio principale (la storia è vista dalla sua prospettiva) che scivola dall’humour alla disperazione in un quadro articolato a evidenziare anche tutti quei problemi di etica del giornalismo (non solo televisivo) ancora oggi non risolti. “Se c’è sangue fa audience” afferma il direttore dei programmi. “Mostrare il lato oscuro di Saratoga” è quel che vorrebbe ottenere Christine, invece di essere costretta a intervistare coltivatrici di fragole e allevatrici di polli.
L’efficace riuscita del film peraltro è dovuta anche (o soprattutto?) alla totale adesione dell’interprete, la londinese Rebecca Hall (premiata per questo al festival di Chicago) che non è evidentemente diva funzionale solo a prodotti di mero consumo (1921-il mistero di Rockford, Iron Man 3, Trascendence). Qui lavora di fino coi dettagli espressivi, con il corpo sempre un po’ pencolante in avanti a denotare un equilibrio (mentale) sempre più incerto. Con lei, ottimi anche Michael C. Hall (riuscirà a far dimenticare Dexter?) e Tracy Letts, uno di quei caratteristi che sono sempre una garanzia. Per chi ama le curiosità: per girare la scena con la rivoltella ci sono voluti 3 giorni di riprese, per cercare di evitare ogni possibile difetto (cioè: eccesso) di enfatizzazione.