CIAK BIZARRO! LO SQUALO

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DI MARCELLO GAROFALO

Il 20 giugno del 1975 ci fu in un cinema di un Centro Commerciale di Dallas, la prima proiezione pubblica di Lo squalo (Jaws) il capolavoro thriller che contribuì a lanciare Steven Spielberg (all’epoca ventottenne) come uno dei grandi protagonisti della New Hollywood. In collaborazione con la Universal Pictures International Italia, a quarant’anni esatti dalla “premiere” americana, il Festival di Pesaro presenterà “Jaws” come evento di apertura, in edizione originale e nella copia utilizzata per la contemporanea riedizione in home video.

Ci piace festeggiare la notizia con una foto davvero “bizarra”, che vede il serissimo Maestro del Cinema, Ingmar Bergman, posare dinanzi a uno dei modelli dello squalo “Bruce” adoperati per le riprese del film.

Tantissimi sono gli aneddoti relativi alla lavorazione di questo titolo ormai leggendario. Sapevate per esempio che Spielberg, in omaggio a Gli uccelli di Alfred Hitchcock, avrebbe voluto inserire una scena dopo i titoli di coda in cui comparivano nel mare una serie di pinne di squalo che si dirigevano verso Amity?

Oppure che la Universal spese 700,000 dollari (cifra mai investita prima quale budget di marketing) in spot pubblicitari televisivi per promuovere il film, raggiungendo contemporaneamente 211 milioni di case?  La frase di lancio adoperata era la seguente: “E’ come se Dio avesse creato il diavolo… e lo avesse dotato di… FAUCI!”. O ancora che nel 1976 venne realizzato perfino un porno, Gums (Robert J. Kaplan), in cui, al posto dello squalo, c’è una sirena affamata di sesso che aggredisce bagnanti uomini addentando le loro parti intime?

Quando i produttori di Jaws, Richard Zanuck e David Brown acquistarono per “soli” 150,000 dollari i diritti cinematografici del romanzo omonimo, scritto nel 1971 da un giornalista freelance, Peter Benchley, il direttore della Doubleday Publishing disse loro: “In questo libro c’è molto di più che la storia di un pesce”.

Holy Socks, se aveva ragione!

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