CIAK BIZARRO! “THE DANISH GIRL”

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DI MARCELLO GAROFALO

The Danish Girl di Tom Hooper  (uscita italiana 4 febbraio) offre a Eddie Redmayne un altro ruolo super-impegnativo, di grande mimesi e mutazione, dopo quello affrontato per La teoria del tutto (James Marsh, 2014) in cui era il cosmologo Stephen Hawking: quello della danese Lili Ebe, una delle prime persone a essere identificata come transessuale e la prima a essersi sottoposta a un intervento chirurgico di riassegnazione sessuale. L’aspetto interessante (e “bizarro”) è che “Lili” nasce come Einar Wegener, sposa Gerda, un’affascinante pittrice e quindi gradatamente, con la partecipazione/rassegnazione dolente della moglie, decide di sperimentare il cambio di sesso con le conseguenze drammatiche che l’operazione dai rischi immani (siamo ai primi del Novecento) comporta. Pur restando nell’ambito di un cinema narrativamente tradizionale, grazie alle interpretazioni dei due protagonisti (se il bravissimo Redmayne, già premiato lo scorso anno con unOscar, paradossalmente non sorprende come potrebbe e dovrebbe, ammirevole èAlice Vikander , già notata come l’androide AVA in “ Ex Machina” e come spigliata agente segreto in Operazione U.N.C.L.E. accanto a Henry Cavill, che regala al personaggio di Gerda le maggiori emozioni per la malinconica caparbietà affettiva con la quale assiste l’ex marito “Lili”).

Il film è l’adattamento cinematografico del romanzo La danese (The Danish Girl) scritto nel 2000 da David Ebershoff, tratto da una storia vera, e già alcuni anni or sono avrebbe dovuto essere trasposto su schermo, con la regia prima di Tomas Alfredson e poi di Lasse Hallstrom. Per il ruolo di “Lili” fu in predicato Nicole Kidman e per quello di Gerda si fecero i nomi di Charlize Theron, Gwyneth Paltrow, Marion Cotillard, Rachel Weisz. Quando poi Redmayne, onusto di Oscar, mostrò il suo interesse al ruolo, il film fu subito messo in lavorazione a Copenaghen, nella primavera del 2015. Forse con un regista meno “ortodosso” di Hooper (Il discorso del re, Les Misérables) The Danish Girl sarebbe potuto essere ancora più incisivo, ma ha comunque già riscosso innumerevoli riconoscimenti e si intravede per Redmayne la seconda candidatura agli Oscar. Negli Stati Uniti ha ricevuto il “vietato ai minori di 17 anni non accompagnati” per “nudità completa e scene con tematiche sessuali”.

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