CINEMA E TRENI: A MILANO, STORIA DI UN AMORE

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Il cinema nasce, di fatto, “sui binari”: L’arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat (in francese: L’Arrivée d’un train en gare de La Ciotat, 1895) è uno dei più famosi cortometraggi dei fratelli Auguste e Louis Lumière, il secondo in assoluto fra quelli girati dai due pionieri della settima arte. E da allora l’amore fra cinepresa e rotaie è stato costante e appassionato, ha viaggiato senza sosta fra capolavori e cinema popolare. Basti pensare a Sergio Leone che sulla costruzione di una ferrovia nel West dei pionieri ha realizzato una delle sequenze d’apertura più famose della storia del cinema, la mitica carrellata di C’era una volta il West.

Ma anche John Ford, Alfred Hitchcock, Buster Keaton, per citare solo tre maestri, hanno utilizzato il treno come strumento narrativo per alcuni dei loro film di culto. Pensiamo a Il cavallo d’acciaio (1924), La signora scompare (1938), The Railrodder (1965). Luogo d’elezione per gialli d’autore (Assassinio sull’Orient Express, 1974), amori tormentati (Shanghai Express, 1932), commedie a sfondo sociale (Café Express, 1980), il treno o, meglio, la ferrovia, è stato anche motivo di sofferenze e torture per chi, prigioniero di guerra, veniva usato come mano d’opera schiavizzata come nel Il ponte sul fiume Kwai (1957) e nel più recente Le due vie del destino – The Railway Man (2013).

E poi, vogliamo dimenticare lo sbuffante trenino che dalla stazioncina di Brescello di volta in volta strappa o riaccompagna al mondo piccolo Peppone diventato onorevole o Don Camillo promosso monsignore? Ma anche la stazione ferroviaria ha assunto il ruolo di luogo simbolo, di metafora, di quinta narrativa fra le più usate: ultimo, Hugo Cabret (2011), di Martin Scorsese.

Il prossimo primo giugno sarà inaugurata in Svizzera la galleria di base del San Gottardo, il tunnel ferroviario più lungo del mondo che permetterà di congiungere il porto di Rotterdam con quello di Genova, il Mare del Nord con il Mediterraneo. Un evento fondamentale nella storia dei trasporti, che ricorda l’inaugurazione del traforo del Sempione (1906) o di quello del Frejus (1871), che segnarono l’inizio della modernità. Per celebrarlo la Fondazione Cineteca Italiana con il Consolato generale della Svizzera a Milano organizzano allo Spazio Oberdan una rassegna di film dedicati al rapporto fra cinema e treno, a partire da lunedì 23 maggio con la proiezione de Il vetturale del San Gottardo, copia restaurata di un raro documentario del 1942. Sedici titoli in programma, dal cortometraggio dei Lumiére a Lo straordinario viaggio di T.S. Spivet (2014) passando per L’angelo del male (1938) di Renoir e Il ferroviere (1955) di Germi. Un frammento di un lungo viaggio ancora lontano dalla stazione d’arrivo.

Per il programma della rassegna: https://oberdan.cinetecamilano.it/eventi/gottardo-un-mito-per-il-futuro/