COME 101 DALMATA SALVARONO WALT DISNEY

0

Centouno dalmata hanno salvato Walt Disney dal sonno in cui era caduto come la bella addormentata nel bosco. Dopo aver dedicato sei anni a Sleeping beauty, il cartone tratto dalla fiaba di Charles Perrault registrò un netto fallimento al box office, lasciando Walt Disney con un bellissimo film ma un prodotto poco fruttuoso e un modo di creazione antiquato. Era il 1959 quando la famosa casa di animazione fu costretta a massicci tagli e licenziamenti del personale, passando da 551 impiegati a soli 75. Fu allora che Roy O. Disney cercò di convincere il fratello Walt, entrambi fondatori della multinazionale americana nel 1923, ad abbandonare l’animazione per focalizzarsi sulla produzione televisiva, probabilmente più redditizia. 

Così La carica dei cento e uno arrivò in soccorso. La tecnologia Xerox, in particolare, fu la salvezza. Fino a quel momento la tecnica di animazione usata richiedeva un’enorme quantità di tempo e manodopera, dal momento che ogni frame dei disegni dell’artista doveva essere disegnato e dipinto a mano su fogli lucidi. La Xerografia invece ha permesso ai disegnatori di scansionare i disegni direttamente sui fogli lucidi, eliminando il lavoro a mano e riducendo i costi. Così l’animazione sopravvisse agli studios Disney. 

Ma non era solo questione di animazione. La carica dei 101 era il primo cartone moderno che realmente ritraeva la vita del pubblico sullo schermo. Niente più principi azzurri, principesse addormentate e carrozze bianche come nei film d’animazione preferiti che si ispiravano solitamente alle fiabe europee. Pongo e i suoi dalmata vivono a Londra, guidano macchine e guardano la televisione raccontando così il mondo contemporaneo in cui gli spettatori possano identificarsi. Nel 1961, il diciassettesimo classico Disney compensò di gran lunga le precedenti perdite con la malefica Crudelia De Mon e tanti cuccioli in bianco e nero. 

«Direi che la tecnologia è cambiata in modo notevole, considerando quello che abbiamo fatto nel 1959 passando alla Xerografia e quelloc he abbiamo fatto negli anni ’80 quando iniziammo a colorare i film al computer, e nei ’90 quando l’intero processo divenne digitale. L’unica cosa che è rimasta è la narrazione Disney», spiega il disegnatore leggendario Floyd Norman. «Sono sicuro che la tecnologia continuerà a evolversi, ma l’unica cosa che rimarrà è la narrazione, è quella la magia che non possiamo permetterci di perdere. È quello che fa funzionare questi film».