COME WES CRAVEN AGITAVA I NOSTRI INCUBI: IL MAESTRO DELL’HORROR IN TRE SCENE CULT

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Senza di lui, gli incubi non saranno più gli stessi: Wes Craven ci ha lasciato all’età di 76 anni. Ecco il nostro ricordo attraverso le sue tre sconcertanti e memorabili scene cult.

wescravenÈ stato uno dei simboli degli anni ’80, quando il cinema, proprio come lui, osava, mischiava e mescolava generi e sottogeneri. Partito da Cleveland come chitarrista rock si è innamorato del cinema, omaggiando Ingmar Bergman nel suo primo lungometraggio, L’Ultima casa a Sinistra, non prima di aver prodotto, nientemeno, diverse pellicole pornografiche. Ha riscritto le regole del cinema horror, riuscendo nella sua carriera a partorire assurde e diaboliche famiglie, nonché ha tradotto per immagini mostri, morte, urla e incubi. Ma, a 76 anni, l’incubo più nero se l’è portato via: Wes Craven ci lascia, stroncato a Los Angeles da un tumore al cervello.

Eppure Wes Craven, nonostante sia stato uno dei più grandi registi horror, grazie al suo estro e alla sua inventiva, è stato in grado di avvicinarsi ad un pubblico enorme e variegato, creando a torno a sé una schiera di seguaci che ne hanno apprezzato lo humour, l’originalità, la freschezza e la brillantezza prima di tutto. Impossibile dimenticare il cult Le Colline hanno gli Occhi (’77), horror inzuppato di sangue con protagonisti i minatori cannibali (un sequel uscito nel ’85 e un remake datato ’06), Il Mostro della Palude (’82) e lo sconvolgente (e bellissimo) La Casa Nera (’91). Poi, naturalmente, ci sono le sue famosissime saghe: quella di Nightmare, nata nella metà degli anni ’80, e quella di Scream, ideata nel 1996 e culminata nel 2011 con Scream 4, nonché ultimo titolo diretto dal grande Wes.

Attraverso le sue tre scene cult, da Scream a Le Colline hanno gli Occhi, noi di Ciak vogliamo ”ringraziare” Wes Craven per tutte le notti insonni che ci ha regalato, tenendoci incollati allo schermo, impauriti, catturati e affascinati.

1 – Qual è il tuo film horror preferito? (Scream, 1996)

Driiin. Driiin. Driiin. State già tramando, vero? Infatti il celeberrimo Scream di Wes Craven, il primo di quattro capitoli (più una riuscita serie TV da lui prodotta), si apre con l’iconica telefonata del killer alla sventurata Casey Becker, interpretata da una giovane Drew Barrymore. La voce dell’assassino è ipnotica, misteriosa, quasi leggiadra, per poi tramutarsi nell’incubo terribile e spietato che è, mietendo vittime, tutte giovani e aitanti, nella piccola e mitica cittadina di Woodsboro. Craven crea così il mito, unendo nel franchise di Scream humour, citazioni, mistero, splatter e sex appeal. Le telefonate, da quel giorno, non saranno più le stesse, così come i film dell’orrore. A proposito, qual è il vostro film horror preferito?

2 – Maglione a righe e artigli affilati (Nightmare – Dal profondo della notte, 1984)

Ammettetelo, quante notti insonni avete passato dopo aver visto Nightmare – Dal Profondo della Notte, letteralmente impauriti, terrorizzati, sconvolti, dagli immortali artigli di Freddy Kruger? Nove film in totale ma una scena, forse, capostipite di tutta la saga horror: uno sconosciuto Johnny Depp addormentato sul letto, con cuffie e televisore acceso. Non poteva esserci cosa più letale, visto che nella sequenza cult che apre il finale, viene risucchiato dagli artigli di Freddy, generando quello spruzzo di sangue che, ancora oggi, ripensandoci, non ci fa chiudere occhio. Freddy Kruger è più reale che mai.

3 – Papà sta bruciando! (Le Colline hanno gli Occhi, 1977)

Una delle sequenze più disturbanti di Wes Craven è anche una delle più riuscite del genere horror. Il film in questione non poteva che essere Le Colline hanno gli Occhi, quando, all’incirca a metà della pellicola, gli sventurati Carter, sperduti nel deserto del Nevada, si rendono conto di non essere soli. La tensione sale parallelamente su due binari: da una parte le aberrazioni rapiscono nel camper la piccola Katie, mentre Bob Carter viene arso vivo, legato ad un albero, imprecando e urlando, squarciato dal dolore. Sconcertante e impressionante, Wes Craven confeziona uno dei titoli di genere ancora oggi citati, copiati e ricordati. E pensare che era solo alla sua seconda pellicola.

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Damiano Panattoni