DA “E.T.” A “10 CLOVERFIELD LANE”: 11 FILM DI HOLLYWOOD RIMASTI SEGRETI FINO ALL’ULTIMO

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Spesso produttori e registi, per evitare di attirare attenzioni indesiderate, hanno fatto ricorso ai titoli provvisori e stratagemmi per mantenere blindati i set delle riprese. Ecco i film che hanno tentato di restare nell’ombra durante la lavorazione

10 Cloverfield LaneÈ ancora possibile oggi realizzare un film ad Hollywood senza che nessuno se ne accorga? Difficile da credere ma 10 Cloverfield Lane (in Italia dal 21 aprile) ci dimostra che si può: mentre i media erano tutti concentrati sulle riprese di Star Wars-Il Risveglio della Forza, J.J. Abrams, per mezzo della sua Bad Robot, produceva lo spin-off/sequel del cult sci-fi del 2008 per la regia dell’esordiente Dan Trachtenberg. Riprese segretissime, cast ridotto all’osso (Mary Elizabeth Winstead, John Gallagher Jr., John Goodman, Mat Vairo, Maya Erskine, Douglas M. Griffin), working title cambiato più volte (da Valencia a The Cellar) e trailer allegato alle copie statunitensi di 13 Hours: The Secret Soldiers of Benghazi e mostrato a sorpresa in sala ad un pubblico totalmente spiazzato da ciò che stavano vedendo. Abrams ha detto che l’idea di questo film si è sviluppata nel tempo e che la vera impresa è stata non far trapelare nulla della lavorazione. Ma il caso di 10 Cloverfield Lane è solo l’ultimo di una lunga lista di film che, per evitare di attirare attenzioni indesiderate, ha fatto ricorso ai titoli provvisori e ad altri fuorvianti stratagemmi per mantenere blindati e segreti i set delle riprese.

Ecco a voi 11 celebri film che hanno tentato di restare nell’ombra durante la lavorazione

E.T.E.T. L’extra-terrestre (1982)

Steven Spielberg era talmente terrorizzato dall’ipotesi che qualcuno potesse rubargli l’idea per questo film che girò E.T. sotto il falso titolo di A Boy’s Life. Il regista, inoltre, impose a cast e crew di indossare sul set un tesserino di riconoscimento e dispose che la lettura del copione avvenisse solo a porte chiuse.

 

Il ritorno dello JediIl ritorno dello Jedi (1983)

Le riprese de Il ritorno dello Jedi (ultimo capitolo della trilogia originale) durarono poco più di 4 mesi e si svolsero tra la California e l’Inghilterra. Per impedire che trapelassero news e spoiler dai set si utilizzò il working title Blue Harvest-Horror Beyond Imagination.

 

 

 

Batman Il ritorno

Batman-Il ritorno (1992)

Dopo l’incredibile successo di Batman, per Tim Burton e la Worner Bros. non fu facile lavorare al sequel. L’intera stampa mondiale voleva un’anteprima, una foto esclusiva dal set o, in altre parole, uno scoop che facesse vendere migliaia di giornali e riviste. Burton e il production designer Bo Welch si inventarono così di stare lavorando a un progetto chiamato Dictel. Per riuscire nell’inganno furono persino creati badges e t-shirt per cast e troupe con questo fake title.

 

TitanicTitanic (1997)

Prima di annunciare ufficialmente al mondo di lavore al kolossal Titanic, il regista James Cameron è stato in Nuova Scozia per filmare iceberg e raccogliere immagini della costa. E a tutti diceva che quelle riprese sarebbero servite per un film sci-fi chiamato Planet Ice.

 

 

 

La compagnia dell'anelloIl Signore degli Anelli: La Compagnia dell’Anello (2001)

Per evitare che i fan di Tolkien disturbassero oltremodo le riprese del primo film della prima trilogia, la produzione decise di utilizzare il code-name Changing Seasons. Ma con i tanti set sparsi per tutta la Nuova Zelanda (tra cui quello di Hobbiville costruito a Matamata) il segreto non durò a lungo.

 

Harry Potter

Harry Potter e la camera dei segreti (2002)

In piena Harry Potter-mania, la Worner Bros., che fece iniziare le riprese del secondo film appena tre giorni dopo l’uscita nelle sale di Harry Potter e la pietra filosofale, decise di cautelarsi celando Harry Potter e la camera dei segreti dietro il secret title Incident On 57th Street. Quello scelto dalla produzione altro non era che il titolo di una canzone del “boss” Bruce Springsteen del 1973.

 

 

 

 

Matrix ReloadedMatrix Reloaded/Matrix Revolutions (2003-2004)

I fratelli Wachowski girarono i due sequel di Matrix sotto il falso titolo The Burly Man (omaggio al film Barton Fink-Â È successo a Hollywood dei Coen). La parola Matrix, inoltre, fu rimossa da ogni script presente sul set. Burlyman è, dal 2004, anche il nome della loro casa editrice.

 

 

Superman ReturnsSuperman Returns (2006)

La costruzione dei mastodontici set per Superman Returns aveva inevitabilmente attirato l’attenzione di molti curiosi. Per tenerli a bada, la troupe disse loro che quei set erano destinati alle riprese di un film intitolato Red Sun. Ma ai fan del supereroe di Krypton non sfuggì la somiglianza di questo titolo con quello di Superman: Red Son, albo a fumetti scritto nel 2003 da Mark Millar.

 

Il cavaliere oscuroIl cavaliere oscuro (2008)

Mantenere la segretezza e la privacy quando si sta girando un kolossal da 150 milioni di dollari con protagonista un personaggio iconico come Batman è compito assai difficile, ma per le prime settimane di riprese Christopher Nolan riuscì a lavorare al sequel di Batman Begins senza avere troppi ficcanaso tra i piedi. Come ci riuscì? Utilizzando il working-title Rory’s First Kiss e tappezzando Chicago (la sede principale delle riprese) con volantini aventi questo titolo. Rory è il nome di uno dei quattro figli di Nolan. Il regista ha utilizzato lo stesso stratagemma anche per i primi periodi di riprese de Il cavaliere oscuro-Il ritorno (in quel caso furono utilizzati come fake-title Magnus Rex e Fox Hills Green).

 AvatarAvatar (2009)

Già prima di girare Titanic, James Cameron era alle prese con la stesura di un trattamento dal nome misterioso: Project 880. Diversi anni dopo scoprimmo che quel Project 880 altro non era che la bozza iniziale di Avatar.

 

 

 

 

AvengersAvengers (2012)

Per il superfilm sui supereroi Joss Whedon, di concerto con i vertici dei Marvel Studios, decise di inviare agli attori la sceneggiatura di Avengers con il code-name Group Hug (letteralmente “abbraccio di gruppo”). La simpatica trovata, confermata dall’interprete di Loki, Tom Hiddleston, servì a proteggere lo script dagli occhi indiscreti dei corrieri espressi.

Daniele Pugliese