DAISY RIDLEY: DALLA PORTA ACCANTO A “STAR WARS”

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Prima Carrie Fisher, ora Daisy Ridley: la storia si ripete e la Disney, come protagonista femminile di Star Wars: Il Risveglio della Forza, sceglie una ragazza della porta accanto, tosta, bellissima e con un futuro radioso.

Carrie FisherCarrie Fisher aveva solo 21 anni quando venne scritturata da George Lucas per Guerre Stellari. A conti fatti, un esordio col botto. All’attivo, lei che viene da una famiglia di artisti molto famosi (papà Eddie Fisher cantante nonché compagno di Elizabeth Taylor; mamma Debbie Reynolds attrice di successo apparsa recentemente in Dietro i Candelabri di Soderbergh), aveva solo un film, Shampoo di Hal Ashby, con Warren Beatty, Julie Christie e Goldie Hawn. Era il 1977. Quasi quarant’anni dopo, con un cinema sci-fi profondamente cambiato proprio in seguito a Una Nuova Speranza, la storia si ripete con Daisy Ridley, l’attrice britannica che da il volto a Rey, la (nuova) protagonista dell’appena uscito Star Wars: Il Risveglio della Forza. Proprio come la Principessa Leia, Rey – che vive, cacciando e vendendo rottami, sul desolato pianeta Jakku – presumibilmente sarà destinata a grandi cose in questa nuova, Terza Trilogia.

Rey - Star WarsA soli 22 anni Daisy è stata scelta personalmente da J.J. Abrams, così come accadde a Carrie Fisher con Lucas. Un caso? Sta di fatto che Daisy Ridley e la sua Rey hanno non poche affinità con Fisher e Leia Amidala Skywalker. Anche se, come dichiarato dalla stessa Ridley, prima che venisse contattata da J.J. Abrams non era affatto fan della Saga – e forse questo l’ha aiutata in fase di preparazione al personaggio, scrollandosi di dosso il modello della Fisher.L’interprete inglese (che più inglese non si può, essendo di Westminster), infatti, prima di entrare nella sfavillante galassia di Star Wars, ha preso parte al semi-sconosciuto (ma certi che ora avrà una seconda vita) Scrawl, pellicola horror diretta da Peter Hearn, attualmente in giro per vari festival indipendenti. Insomma, oltre a quel film e ad altre sporadiche apparizioni in varie puntate di serie TV inglesi, Daisy Ridley è (anzi era) praticamente sconosciuta al grande pubblico. Altro parallelismo  con Carrie Fisher: anche la Ridley proviene da una famiglia di attori, e il suo prozio, Arnold Ridley, era tra i protagonisti della sitcom cult inglese Dad’s Army.

DAISY RIDLEYNuova icona del Girl Power – alla première londinese del film ha sfoggiato, con le mani in tasca, un abito “tostissimo” disegnato da Roland Mouret) – Daisy Ridley è la perfetta incarnazione del corso che il cinema (hollywoodiano) sta prendendo quando si parla di femminilità. E la Disney, dal canto suo, prima con l’universo espanso Marvel (ricordiamo la Black Widow degli Avengers o le serie TV al femminile dedicate a Jessica Jones e all’Agente Carter) e ora con il ritorno di Guerre Stellari, sottolinea con Riley l’importanza fondamentale di far indossare i panni (pesanti) di un’eroina (destinata a diventare generazionale) ad una ventenne felicemente fidanzata, appassionata di sport e amante dei cani. Perché, se il segreto è la contiguità con il pubblico seduto dall’altra parte dello schermo, allora la Disney ha centrato il bersaglio (ancora una volta), mettendo come fulcro della Saga più importante di sempre una ragazza della porta accanto. Bellissima, coraggiosa e dalla Forza quanto mai potente.

Damiano Panattoni