ETTORE SCOLA: 5 FILM DEL MAESTRO DA RIVALUTARE

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DI VALERIO GUSLANDI

Il geniale regista e sceneggiatore di capolavori come C’eravamo tanto amati e La Terrazza, nella sua lunga carriera ha diretto e scritto decine di pellicole ma non tutte sono state un successo. Ecco quindi i 5 film del Maestro da rivalutare!

L’ARCIDIAVOLO (1966)

L'ArcidiavoloNel 1478 Belzebù deve intervenire per riaccendere la guerra tra Firenze e lo Stato Pontificio. Invia così sulla Terra il fidato Belfagor, che dovrà sostituirsi a un nobile, nipote del Papa e promesso sposo a Maddalena, figlia di Lorenzo il Magnifico, fomentando un nuovo conflitto. Seguendo le tendenze del periodo (vedi il fortunatissimo L’armata Brancaleone di Monicelli), e anticipando esperimenti più recenti (Belfagor che inventa il calcio sembra uscito da Non ci resta che piangere di Troisi e Benigni), Scola si dedica a un film in costume rileggendo liberamente la novella Il diavolo che prese moglie di Machiavelli. Un divertissement da rivedere.

IL COMMISSARIO PEPE (1969)

Il commissario PepeIn una cittadina della provincia veneta un disincantato commissario di polizia scopre i molti vizi e le scarse virtù di facoltosi e insospettabili cittadini. Vorrebbe fare piazza pulita e arrestare tutti, ma è tormentato dal dubbio che come sempre ogni scandalo venga messo a tacere. Scola adatta il romanzo di Ugo Facco De Lagarda insieme a Ruggero Maccari, tenendo anche presente la lezione di Signore e signori di Germi. Ai tempi fu accusato di essere un po’ déjà vu, ma invece merita di essere recuperato (in video lo si trova solo di importazione francese) per l’ottima caratterizzazione dell’ambiente e l’impeccabile prova di Ugo Tognazzi.

LA PIÙ BELLA SERATA DELLA MIA VITA (1972)

La più bella giornata della mia vitaUn industriale che esporta illegalmente denaro in Svizzera ripara in un castello per un guasto all’automobile. Qui viene “processato” da quattro magistrati che gli infliggono la pena capitale. L’uomo ne è sconvolto, ma pensa che potrebbe essere tutta una messa in scena… Ancora un adattamento letterario, firmato con Sergio Amidei, da Friedrich Durrenmatt (il racconto La panne). L’aver modificato il finale del libro contribuì alle critiche nei confronti di un film che invece si rivela ancora molto attuale. Un piacere anche rivedere la performance Alberto Sordi, che dà al suo tipico ritratto di italiano maneggione inedite sfumature drammatiche.

MACCHERONI (1985)

MaccheroniRobert Traven, manager americano, torna a Napoli per lavoro dopo molto tempo. Qui incontra Antonio Jasiello, un impiegato che gli sembra solo un fastidioso questuante. Complice una vecchia fotografia, Traven ricorda che durante la guerra aveva stretto amicizia con lui e avuto una breve relazione con sua sorella Maria. Rinsaldato l’antico rapporto, l’americano scopre che Antonio ha contratto grossi debiti con la camorra… Quando uscì il film fu accusato di eccessivo sentimentalismo. Va rivalutato per vedere come Scola ha saputo accostare due mondi così diversi e per il gran duetto tra un Lemmon sempre istrione e un Mastroianni alla De Filippo.

CHE ORA È (1989)

Che ora èMarcello, avvocato di successo, decide di andare a trovare il figlio Michele, che sta facendo il servizio militare a Civitavecchia. A differenza del padre, Michele è timido e chiuso e sopporta a fatica il genitore, che crede di fare bella figura portandogli regali costosi. L’inattesa visita scava ancora di più la distanza tra i due. Film più dimenticato che criticato, molto attento a descrivere un rapporto generazionale (la sceneggiatura è firmata anche dalla figlia di Scola, Silvia) ormai quasi senza parole. Riscoprirlo è un doveroso atto nei confronti del regista e dei due splendidi protagonisti, Mastroianni e Massimo Troisi, premiati a Venezia.