Federica Rosellini, l’attrice rivelazione di “Dove cadono le ombre”

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Tra i nuovi volti sorpresa scoperti alla Mostra del Cinema di Venezia il più interessante è quello di Federica Rosellini, protagonista del film Dove cadono le ombre di Valentina Pedicini, presentato alle Giornate degli Autori e al cinema dal 6 settembre. Non a caso l’attrice, 27 anni, di Treviso, ha vinto il premio Nuovo IMAE Talent Award come miglior rivelazione grazie a un ruolo durissimo che avrebbe messo alla prova la più navigata delle interpreti: quello di Anna, una ragazza nomade Jenisch che sopravvive al genocidio del suo popolo messo in atto sistematicamente dal governo svizzero dagli anni ’20 agli anni ’80. Un dramma, quello dei Jenisch, quasi sconosciuto che il film della Pedicini riporta alla luce basandosi sulla vera vicenda della scrittrice Jenisch Mariella Mehr. Dove cadono le ombre ci porta nel cuore di uno degli istituti dove i bimbi Jenisch venivano internati, a migliaia, e sottoposti a terribili pratiche di eugenetica, dalla sterilizzazione all’elettroshock, allo scopo ufficiale di “estirpare il fenomeno del nomadismo”. Dopo gli anni ’80, l’istituto è diventato una clinica per anziani dove Anna, cresciuta proprio lì dentro, è rimasta a lavorare come infermiera. A sorpresa, però, tra i pazienti si presenta Gertrud (Elena Cotta), la “dottoressa” che l’aveva internata e sottoposta a esperimenti da bambina. Tra le due c’è un tragico rapporto di odio e amore destinato ad esplodere.

Solo un’interprete solida come Federica, che si è diplomata al Piccolo Teatro di Milano e ha già alle spalle un premio UBU e anni di palcoscenico con grandi maestri come Ronconi e Calenda, poteva sostenere un ruolo così complesso. Anna, infatti, è una ragazza dura, che teme di essere diventata spietata come la sua carnefice: «Soprattutto in una storia simile è ingiusto definire buoni e cattivi, bianco e nero», dice Federica. «Questo è un film che parla anche di queste sfumature relazionali. Anna ha un rapporto ambiguo nei confronti di Gertrud, perché da una parte quella è la donna che l’ha strappata dalla sua famiglia originaria e dalla sua identità, ma dall’altra parte è anche l’unica “madre” di cui lei si ricorda».

Dove cadono le ombre è anche un film anche sul materno: «Quello tra Anna e Gertrud è un rapporto madre-figlia con tutta la violenza e la ferocia che spesso questa relazione porta in sé. C’è anche in Anna la paura di assomigliarle, di essere diventata come lei. Poi si rende conto che non è vero: in una scena le dice “Io sono peggio di te”, ma quel “peggio” vuole marcare una differenza e la possibilità di una liberazione». Federica si è preparata a lungo per entrare nei panni di Anna: «Ho letto tutta l’opera della Mehr, compresa la sua produzione poetica. E ho visto tutto il materiale filmato disponibile in rete, che pure non è molto. C’è stato un lungo percorso di avvicinamento alla vicenda: era importante far conoscere questa terribile vicenda seppellita».

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