Di famiglia religiosa calvinista, Paul Schrader ha sempre lavorato su tematiche più o meno religiose nella sua carriera (vedi le sceneggiature di Taxi Driver e Complesso di colpa o le regie di Hardcore e Lo spacciatore). Qui finalmente piglia il toro per le corna: di scena infatti un sacerdote della Chiesa Riformata, padre Toller, ex cappellano militare, ex marito ed ex padre (“nessun matrimonio può resistere alla morte di un figlio”). Tormentato, malato, bevitore, finisce coinvolto dalla sposa incinta di un militante ecologista, deciso nel suo estremismo a compiere un’azione eclatante.
La regia di Schrader è raggelante e limpidamente geometrica, la pene dell’anima e del corpo non abbisognano di enfatizzazione oltre la sceneggiatura (anche se a un certo punto una inopinata scena onirica un po’ incongrua fa levitare e volteggiare sacerdote e sposa sui cieli dell’immaginazione). Ma aldilà dello stile, la cosa rimarchevole di questo noir spirituale, è soprattutto l’adesione di Ethan Hawke al personaggio. Intenso, poco spiritoso, spesso sgradevole (come quando svillaneggia inutilmente la direttrice del coro, evidentemente invaghita di lui), è un’anima persa in cerca di espiazione e redenzione, la sorpresa sta in dove la troverà.