”FOXCATCHER” IN HOME VIDEO: 5 MOTIVI PER (RI)VEDERLO ANCHE A CASA!

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Il 27 agosto arriverà in Dvd e Blu-ray Foxcatcher, la storia vera (e drammaticamente americana) diretta da Bennett Miller. A cominciare dall’interpretazione di Steve Carell, ecco i nostri 5 motivi per (ri)vederlo!

FoxcatcherCon cinque candidature e nessuna statuetta alzata, è stato uno dei grandi sconfitti agli scorsi Academy Awards. Eppure l’ultimo film di Bennett Miller, Foxcatcher, avrebbe meritato almeno un paio di Oscar, considerando le straordinarie interpretazioni dei suoi protagonisti: l’irriconoscibile Steve Carell e l’altrettanto eccezionale Mark Ruffalo. Ma, Oscar a parte, l’opera di Miller è stato uno dei titoli più applauditi della passata stagione e, dal 27 agosto, arriva in versione home-video, edito dalla Bim, pronto per essere rivisto, magari, nell’alta definizione del Blu-ray. Nel cast di Foxcatcher, storia spaventosamente vera, oltre i già citati Carell e Ruffalo che interpretano, rispettivamente, John Eleuthère du Pont e Dave Schulz, anche Channing Tatum nel ruolo del protagonista Mark Schultz, fratello di Dave, entrambi campioni olimpici di lotta libera. I due, in un gioco di potere, manipolazione e disperazione, entreranno nel team di lottatori del miliardario e schizzato John du Pont, che li porterà sull’orlo del baratro fino al drammatico, sconvolgente epilogo.

Se volete calarvi nell’oscura ”storia americana” di Miller, andiamo a scoprire i 5 motivi che rendono Foxcatcher un film memorabile!

1 LA METAMORFOSI DA OSCAR DI STEVE CARELL

FoxcatcherMolto spesso, un grande artista comico è anche un grandissimo interprete drammatico. E l’interpretazione di Steve Carell in Foxcatcher ne è la prova concreta. Carell, che ci ha sempre abituati alle (ottime) commedie, ai buoni sentimenti e alle risate, questa volta si prende una pausa dal Frat Pack per immergersi, anima, voce e corpo, nel torbido magnate John du Pont, proprietario del team Foxcatcher, ossessionato dalla madre e dalla bandiera americana. Nonostante l’Oscar sfumato come Migliore Attore (andato poi ad Eddie Redmayne) Steve Carell è paurosamente in parte, una delle più intense degli ultimi anni.

 

2 LE STORIE (VERE) DI BENNET MILLER

FoxcatcherBennett Miler, newyorkese classe 1966, è solo al suo terzo lungometraggio, tra l’altro arrivato dieci anni dopo l’esordio, e si conferma come uno dei migliori registi americani. Infatti, dopo aver diretto il biopic Truman Capote – A sangue freddo, con un Philip Seymour Hoffman premio Oscar, e la storia sportiva interpretata da Brad Pitt L’Arte di Vincere (anche qui sei candidature agli Academy), con Foxcatcher va ad illuminare un’altra (vera) fetta degli States attraverso il linguaggio del thriller introspettivo, giocato lentamente, tassello dopo tassello e colmo di sguardi, eppure carico di tensione, pronto ad esplodere senza lasciare superstiti.

3 GOD BLESS AMERICA 

FoxcatcherForse per la prima volta, il cinema americano, mostra l’altra faccia dei suoi patriotici sportivi. Nella vicenda vera di Foxcatcher, con un finale quanto mai doloroso, viene fuori l’ossessione del miliardario John du Pont per gli Stati Uniti d’America, credendosi quasi un profeta, un illuminato. Con il team Olimpico di Foxcatcher du Pont vuole riportare alla gloria l’Aquila degli States, in balia della sua totale follia. Un’America diversa, quindi, spinta verso l’abisso, dove non c’è spazio per il sogno ma solamente per l’incubo.

4 UN TRIANGOLO MASCHILE

FoxcatcherIn Foxcatcher giostrano tre uomini, tutti e tre considerabili protagonisti: Dave Schultz, Mark Schultz e John du Pont. Un triangolo tutto al maschile, che incrocia amore fraterno, rivalsa famigliare, gloria (e sconfitta) sportiva e, specialmente, amore aberrato, pericoloso, schizzato. Un tris inedito e sovraccarico di letale rabbia.

 

 

«QUESTA TERRA È STATA CREATA PER TE E ME », CANTAVA BOB DYLAN

FoxcatcherLa colonna sonora di Foxcatcher è curata da West Dylan Thordson, avvalendosi della collaborazione del compositore Rob Simonsen, già autore delle musiche per Miller dai tempi di Truman Capote. Proprio la soundtrack è un altro dei punti forti del film, in quanto, alternati alle musiche originali, ci sono Fame di David Bowie, l’indie Villa del Refugio dei This Will Destroy e, soprattutto, la famigerata canzone tradizionale This Land is Your Land, nella splendida versione musicata da Bob Dylan, che accompagnano le grigie e maniacali sequenze della pellicola.

Damiano Panattoni