“FUGA DA REUMA PARK”: LA RECENSIONE DEL NUOVO FILM DI ALDO, GIOVANNI E GIACOMO

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id., Italia, 2016 Regia Aldo, Giovanni e Giacomo, Morgan Bertacca Interpreti Aldo, Giovanni e Giacomo, Silvana Fallisis, Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Carlotta Natoli Distribuzione Medusa Film Durata 1h e 30′

In sala dal 15 dicembre 2016

I supposti gemelli omozigoti (“Ma come fa a distinguerli? Sono identici!”) Ficarra e Picone aprono alla grande, con slancio sardonico ancor più che surreale, il film Fuga da Reuma Park, opera ultima del trio Aldo Giovanni e Giacomo, con il supporto registico di Morgan Bertacca. Salvo e Valentino trasportano l’anziano padre Aldo dalla Sicilia a Milano per parcheggiarlo, durante le feste di Natale (in realtà per sempre), nel Parco Giochi Reuma Park diventato lager per anziani abbandonati, dove i diversivi sono la svendita di pastiglie scadute, il calcioinculo, le micidiali giostre che aiutano l’infarto definitivo e la festa danzante di Natale, obbligatoria pena il clistere. 

Il tutto agli ordini di un’ Infermiera kapò extralarge, la russa Ludmilla. E’ questo l’incubo ad occhi spalancati dei nostri tre comici, che immaginano di ritrovarsi casualmente nel Parco Giochi, fra trent’anni, ormai dimenticati da famiglie, amici e fan. Insieme, cattivi come sempre, smemorati e in carrozzina, sognano la rivolta e la fuga lungo i Navigli fino a Rio. E intanto rivedono, e noi con loro, in tante TV disseminate nel lager-ricovero, gli sketch che li hanno resi famosi, dagli impossibili alpinisti fino al mitico tormentone “Io sono Pdor, figlio di Kmer, della tribù di Istar”. Un espediente per scrivere la propria autobiografia prima che la compongano altri.

L’inizio è travolgente e piuttosto irresistibile, l’affanno della trama è presto dimenticato a favore dell’accumulo di gag e tormentoni sedimentati  per sempre nella memoria dei fan. Non proprio un film, ma una sorta di Ufo che attrae proprio per la sua singolarità. Aldo Giovanni e Giacomo, sempre “bastardi” come si conviene, si concedono coraggiosamente un anticipo sull’età della vecchiaia e del pensionamento, e scusate se è poco. Ci vuole intelligenza fuori dagli schemi  per puntare su un genere, l’anziano, che al cinema non è proprio cibo per tutti. Soprattutto se l’anziano sei tu, non accompagnato dalle virtù del nonnino simpatico ma alterato dalle bastardate vicendevoli cui ci ha abituato il trio.

Spericolato sin dal titolo, Reuma Park, che nel senso ultimo non è poi così diverso da Jurassic Park, il film è insomma un unicum e diverte parecchio senza abusare in nostalgia, con giusta cattiveria. In tempi di rottamazione rottamata (niente succede per caso) dal cinema ci arrivano però altri segnali di riscatto del vecchietto. I critici e i premi osannano la resistenza ancora sexy della sessantaseienne Sonia Braga in Aquarius, il cartoon Le stagioni di Louise è una meravigliosa storia di nonnetta, e certo non è un giovanotto il Grande Gigante Gentile di Steven Spielberg, spiumato e un po’ artritico, ma ancora capace di salvare una bambina dai mostri e mandare in caciara Buckingham Palace e la regina Elisabetta II, protagonista a sorpresa del cinema natalizio (spadroneggia anche nel post-cinepanettone Natale a Londra- Dio salvi la regina), una che, non a caso, governa imperterrita a novant’anni suonati.

Piera Detassis

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