Isabella Ragonese è la protagonista di Fuori, corto diretto da Anna Negri ed ispirato al racconto di Agnese Costigli, presentato durante l’ultima giornata del RomaFictionFestÂ
Fuori, corto diretto da Anna Negri e presentato nella sezione YAS (Young Adult Special) del RomaFictionFest, è l’esempio lampante di come la forma e il buget non contino affatto per realizzare un’opera fresca, emozionante ed ancorata al reale. Quello che serve la capacità di concentrazione, di focalizzarsi su ciò che veramente si vuole raccontare e di sfruttare al meglio i mezzi a disposizione, senza dimenticarsi del cuore. Â«È una storia che di piccolo ha solo il formato. In un tempo breve riesce ad entrare in molti racconti. Si tratta di vicenda reale e la sua verità si sente. Dal 2013 la Rai si affianca al riconoscimento letterario I âCortiâ del premio Goliarda Sapienza producendo un corto l’anno. Un piccolo buget fruttato bene » esordisce Tinny Andreatta, Direttore di Rai Fiction che in quest’edizione del RomaFictionFest ha presentato tre titoli, Fuori, Lea e Limbo, interamente sorretti da una figura femminile contraddistinta da una forza ispiratrice.
Fuori racconta di Agnese (la sempre ottima Isabella Ragonese), una giovane donna che nel suo passato ha commesso degli errori. Sbagli che l’hanno allontanata dalla figlia e rinchiusa dietro le sbarre di un carcere a scontare una pena lunga otto anni. La conosciamo il giorno del suo compleanno che coincide anche con un permesso premio che le permetterà di passare una notte fuori dal penitenziario e assaporare un po’ di libertà perché come dice alle sue compagne di cella «a me basta vedere il cielo ». «Quello che mi ha colpito è l’ironia e la lievità con la quale viene raccontato qualcosa di triste senza mai fare del pietismo. Guardando il fuori del carcere fa vedere come anche chi è libero può essere prigioniero delle proprie manie o limiti. Rispetto a tanta letteratura carceraria quello della leggerezza è il suo pregio », commenta la regista capace di raccontare una storia dove non lascia spazio al superficiale ma riesce a costruire intorno ai suoi personaggi passato e presente con piccoli gesti, parole o inquadrature.
Una produzione nata da I âCortiâ del premio Goliarda Sapienza, un progetto sociale legato ai racconti di chi è recluso che ha dato a Fuori di Agnese Costagli la possibilità di diventare un prodotto audiovisivo capace, con una semplicità mai sterile, di gettare luce su una serie di temi che andrebbero approfonditi con maggiore frequenza, dalla condizione delle carceri alla difficoltà del rapporto madre/figlio durante la detenzione. «Abbiamo girato con una piccola troupe quasi tutta la femminile nel carcere di Rebibbia. Aspetto che ha reso le cose più semplici. Ho il ricordo di una giornata fatta di un’umanità e un’intensità incredibili. Ho avuto la sensazione che fossero felici che fossimo lì e che le rendessimo visibili », ha aggiunto Anna Negri.
Agnese, infatti, è una mamma. Ed è proprio l’amore per quella figlia adolescente che vorrebbe sempre stretta a sé, ma che ha dovuto lasciare alle cure di una famiglia affidataria, uno degli aspetti più belli e forti raccontati nel corto. Con uno stile fresco ed ironico, Fuori, racconta cosa significhi essere donna e madre dietro il cancello chiuso di un penitenziario, lasciando una speranza commovente data proprio da quel rapporto impossibile da spezzare neanche da una lontananza forzata. «Per me è stato difficile interpretare il personaggio di Agnese per vari motivi, primo fra tutti è che lei è una persona reale. L’avevo vista solo in foto. Volevo affrancarmi dalla paura di tradire la vera storia. Il suo giorno libero per me è come un ritorno al futuro. Tornare all’origine del suo presente e del suo futuro » ha concluso Isabella Ragonese, capace di costruire, in poche sequenza, un personaggio autonomo, denso e ricco di sfumature.