GIFFONI 2016: VI RACCONTIAMO IL “GOMORRA DAY”

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Gomorra DayA Giffoni è arrivato il Gomorra-Day. Gli attori della serie Sky che ha rivoluzionato la fiction italiana hanno calpestato il tappeto rosso del festival dedicato ai ragazzi con la voglia di mettere in guardia i giovani fan: «I camorristi non hanno via d’uscita». «Siete bravissimi perché odiamo i vostri personaggi», dice Luca, 16 anni, durante l’incontro con il cast. «Giffoni è l’alternativa al male» dice Cristiana Dell’Anna, la Patrizia della serie, considerata uno dei personaggi più positivi perché mossa nelle sue azioni da necessità famigliari e non dalla brama di potere. «Quello che inganna le persone che vivono in contesti disagiati è il non avere altra scelta. Ma ciò che fate qui è una grande alternativa». Un’alternativa che non hanno i protagonisti della serie. «Gomorra – spiega Marco D’Amore, che interpreta Ciro Di Marzio detto l’Immortale – è un campo minato. Raccontiamo personaggi che non hanno una via d’uscita. “Nessuno sa ancora nulla di quello della terza stagione, ma è chiaro che Ciro è arrivato a un punto morto, ha perso la moglie, la figlia e la sua condanna sta proprio nel suo soprannome, l’Immortale. È costretto a vivere malgrado dentro sia morto».

Gomorra DaySecondo i ragazzi di Giffoni, Marco D’Amore, Salvatore Esposito, Cristiana Dell’Anna, Cristina Donadio, Marco Palvetti, Fabio De Caro e Carmine Monaco hanno aperto gli occhi degli spettatori su tematiche prima sconosciute al pubblico delle fiction italiane. «Io vengo dai Quartieri Spagnoli e certe situazioni raccontate nella serie le ho viste con i miei occhi», spiega Carmine Monaco, ‘O Track nella serie. «Nel dolore che attraversa la mente di Malamore quando deve assassinare la figlia di Ciro – spiega Fabio De Caro- sta tutta la sua sconfitta. Sa che non può sottrarsi all’ordine di ucciderla ma sente che non ha voglia di commettere quell’omicidio. È un condannato pur senza stare in carcere».

Gomorra DayGomorra
è a rischio emulazione? «È come se uno vedesse Batman e poi si buttasse dalla finestra pensando di essere un pipistrello», taglia corto Palvetti, il Salvatore Conte della serie.
Di fronte alle polemiche di quanti vedono in Gomorra solo la rappresentazione del male, Palvetti ribadisce come i ragazzi abbiano invece saputo riconoscerne la qualità, l’onestà nel rappresentare una realtà che va oltre la serie. «Gomorra esiste perché c’è la camorra, non il contrario», ricorda Cristina Donadio, la spietata Scianèl che esorta il pubblico a non considerare simboli i personaggi della serie. «Considerateci dei fumetti, non degli eroi» aggiunge l’attrice, cui fa eco Palvetti: «Tra di noi non c’è nessun personaggio positivo. Un uomo che uccide la moglie o uccide un bambino è un uomo già morto». «Nessuno dice che Gomorra crea un indotto importante: giriamo per 9 mesi di fila, con investimenti di 16/18 milioni di euro che portano lavoro. Ma questo non fa notizia: in Italia fa notizia il vibratore di Scianel», conclude Esposito.