GLOBI D’ORO, VINCONO “PERFETTI SCONOSCIUTI” E “LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT”

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La stampa estera premia il cinema italiano con i Globi d’Oro durante una cerimonia svoltasi presso Palazzo Farnese a Roma, sede dell’ambasciata francese.

UNA COPPIA DA URLO

Applausi e standing ovation per Roberto Benigni e Nicoletta Braschi premiati per la carriera e un lunghissimo sodalizio personale e professionale. “Perché non ho studiato danza? Avrei potuto esibirmi in un balletto o uno spogliarello per esprimervi la mia gioia”, ha detto l’attore e regista toscano. “Questo prestigioso riconoscimento è come un vaso di gerani sul davanzale del mio cuore, tanto per citare Apollinare. Però pensavo fosse il Golden Globe per il miglior esordiente, noi abbiamo appena cominciato! Siamo solo due bambini, abbiamo fatto appena otto film insieme. Lo prendiamo come un incoraggiamento a fare ancora meglio in futuro. La bellezza di un premio alla carriera sta nel fatto che è un gesto d’amore per ogni cosa che abbiamo fatto e io vorrei foste inondati dalla mia gratitudine. Nicoletta ed io abbiamo fatto quasi tutto insieme, indipendenti e liberi in un paese libero. Se qualcosa di bello ho realizzato nella mia vita è grazie a questa donna e attrice incantevole. Abbiamo girato film che hanno suscitato un grande affetto popolare. Hawks diceva che in una sala cinematografica ci sono uno schermo e una platea e bisogna riempirli tutti e due. Il cinema importante è quello che ci assilla, ci inquieta, non ci fa dormire la notte. Per ringraziarvi vi reciterò Tanto gentile e tanto onesta pare da donna mia….”. E a Braschi: “Le parole che motivano questo premio gettano una luce di gioia sul mio passato che mi sostiene nel presente. Ringrazio Roberto Benigni, ho avuto l’immensa fortuna di incontrarlo e di lavorare con lui, che è un gigante”.

GRAN PREMIO CONTRO LE BARRIERE D’EUROPA

Il Gran Premio va quest’anno a Fuocoammare di Gianfranco Rosi (a Londra per seguire l’uscita del film in Gran Bretagna) che dopo l’Orso d’Oro di Berlino continua a conquistare il cuore del pubblico internazionale. A ritirare il Golden Globe c’era il dottor Pietro Bartolo, medico di Lampedusa.

I FILM PIU’ BELLI

Vince la commedia Perfetti sconosciuti di Paolo Genovesi e Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti che continuano a collezionare premi.

“Quando facciamo bei film – dice Genovesi – ci dicono che sembrano americani o francesi. Questa volta siamo stati premiati proprio per essere italiani. Ho imparato subito che la cosa più importante è una bella storia, le inquadrature si imparano”. E Mainetti: “Abbiamo scelto il personaggio di Jeeg Robot perché fa parte dell’immaginario con cui siamo cresciuti. E a differenza degli altri supereroi come Mazinga e Goldrake, ha bisogno di una donna per i sui poteri, proprio come il nostro protagonista”.

La migliore opera prima è invece L’attesa di Piero Messina, mentre Un bacio di Ivan Cotroneo vince per la sceneggiatura dello stesso regista con Monica Rametta. “Siamo orgogliosi di questo film che sta avendo un’altra vita nelle scuole, dove tanti ragazzi l’ho hanno visto scoprendo che si parla di loro. Ringrazio chi mi ha permesso di lavorare su un tema così difficile come il bullismo e l’omofobia”.

GLI ATTORI PIU’ BRAVI

Sono Elio Germano, che in Alaska parla un perfetto francese, e Ondina Quadri, straordinaria interprete dell’opera prima Arianna.

Germano: “Voglio dedicare questo premio a tutti gli attori italiani cimentatisi soprattutto quest’anno con ruoli che cominciano finalmente a essere più liberi e coraggiosi, diversi. Io sono un grande fan dei miei colleghi”.

Quadri: “Non avevo mai recitato prima, e neanche studiato recitazione. Ho accettato di interpretare questo film per il tema trattato, e per farlo mi sono aggrappata alle cose che ho scoperto di me stessa”.

E ANCORA…

La migliore musica è quella di Carlo Crivelli per Sangue del mio sangue, la migliore fotografia è di Fabio Zamarion per La corrispondenza. Tra le dita di Cristina K. Casini è il miglior cortometraggio e If Only I Were That Warrior di Valerio Ciriaci il miglior documentario.