IL CASO DI EMANUELA ORLANDI DIVENTA UN FILM

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Il caso Emanuela Orlandi, la quindicenne scomparsa a Roma il 22 giugno 1983, diventa un film di inchiesta, e a dirigerlo è Roberto Faenza, che nel cast ha voluto Riccardo Scamarcio, Maya Sansa, Greta Scarano e Valentina Lodovini. La verità sta in cielo (il titolo parafrasa una frase detta da Papa Francesco a Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, durante il loro incontro) racconterà come nel Rashomon di Kurosawa, tutte le ipotesi su uno dei grandi misteri italiani, inclusa quella di Marco Fassoni Accetti, nuovo reo confesso che alla pista politica e a quella malavitosa ha aggiunto la “svolta” vaticana coinvolgendo fazioni avverse del mondo della Chiesa. Così nel film, come in questi 33 anni costellati da inchieste, indagini, appelli, clamorose rivelazioni, smentite, false piste e inseguimenti televisivi (basti pensare a Chi l’ha visto? sulle tracce di De Pedis) si intrecciano la Banda della Magliana e i Lupi Grigi di Alì Agca, i servizi segreti internazionali, lo Ior, il Banco Ambrosiano e il Vaticano. Stando alle prime indiscrezioni, la Orlandi, che ormai ricordiamo quasi esclusivamente nella celebre foto in bianco e nero in cui sorridente indossava una bandana, si vedrà appena, solo all’inizio del film, quando appena uscita da una lezione di musica fa una telefonata a casa prima di svanire nel nulla.

«È da 30 anni che questa sconcertante storia attende di essere raccontata ed ora è arrivato il momento. Per quanto il cinema sia sempre finzione, ogni avvenimento qui narrato è suffragato da una rigorosa documentazione, nonché da testimonianze confermate dalle varie inchieste con sentenze passate in giudicato», ha dichiarato Faenza.

Le riprese del film, prodotto dalla Jean Vigo Italia di Elda Ferri e destinato al listino di Rai Cinema, proseguiranno fino al 9 dicembre e sono iniziate all’indomani dell’archiviazione dell’inchiesta a carico di sei persone accusate della sparizione della Orlandi e di Mirella Gregori, un’altra quindicenne romana scomparsa nel 1983.