“IL GRANDE GIGANTE GENTILE”: LA RECENSIONE

0

Una favola su un gigante e una fanciulla, del favoloso, gigantesco e fanciullesco Steven Spielberg, il regista che non sbaglia un colpo. Il GGG-Il grande gigante gentile è il suo trentesimo film (più un episodio in 45 anni), una media seconda solo a quella dello stakanovista Woody Allen. Tratto da un romanzo di Rohald Dahl, l’ex aviatore gallese poi diventato uno dei più amati scrittori per l’infanzia. È la storia dell’imprevista amicizia fra Sofia, una bambina che vive in un orfanotrofio, e il suo rapitore, il grande gigante gentile, altro sette metri e mezzo, che si nutre solo di cetrionzoli e si rivela dolcissimo e per niente spaventoso malgrado il suo aspetto (il suo hobby/lavoro è suscitare sogni positivi nella gente).

I cattivi sono altri, e cioè i suoi “colleghi” che vivono nella della Terra dei giganti, feroci e niente affatto ben disposti verso l’infanzia, come i loro nomi suggeriscono: l’inghiotticicciaviva, Il ciuccia-budella, Lo strizza-teste, Il trita-bimbo, Il vomitoso, Il crocchia-ossa, Lo spella-fanciulle, Il sanguinario, lo scotta-dito. Ma Sofia nella mano del Grande Gigante Gentile è molto più sicura di Ann Darrow in quella di King Kong.

Spielberg è il solito magistrale manipolatore di sentimenti ed emozioni del pubblico: come un direttore d’orchestra suscita qualche sobbalzo di paura, varie risate, molta poesia e sempre voglia di tenerezza. Grazie anche al suo team di fedelissimi. È tornato a far coppia con Melissa Mathison, la sceneggiatrice di E.T. 33 anni dopo quel capolavoro, dopo 25 anni, ma purtroppo è stata l’ultima volta perché è morta l’anno scorso. C’è di nuovo il fedele John Williams, che invece aveva saltato Il ponte delle spie (era solo la seconda volta in 45 anni). E c’è di nuovo Mark Rylance, Oscar in Il ponte delle spie, per cui Spielberg è stato quello che Tarantino è stato per Christoph Waltz. E in versione CGI, ma riconoscibilissimo.

Di questo romanzo pubblicato nel 1982, c’era già stata una edizione animata nel 1989, Il mio amico Gigante, decisamente minore. E ben film tratti da altre opere di Dahl: Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato (due versioni, 1964 con Gene Wilder, e 2005 con Johnny Depp), Chi ha paura delle streghe?, di Nicolas Roeg, Matilda 6 mitica, di Danny DeVito, James e la pesca gigante di Henry Selick, Fantastic Mr. Fox, di Wes Anderson. Sarà interessante vedere come sarà giudicato a Buckingham Palace, visto che la Regina d’Inghilterra è uno dei personaggi fondamentali, e più umani, del film, trattata sicuramente con più rispetto di quanto hanno fatto I Minions.