“IL LABIRINTO DEL SILENZIO”: LA RECENSIONE

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Im Labyrinth des Schweigens Germania, 2014 Regia Giulio Ricciarelli Interpreti Alexander Fehling, André Szymansky, Friederike Becht Distribuzione Good Films Durata 2h e 4′

In sala dal

14 gennaio

Nel 1958 in Germania nessuno ha voglia di ricordare i tempi del nazismo, ma a Francoforte il giovane procuratore Johann Radmann trova alcuni documenti che conducono al processo contro importanti personaggi pubblici responsabili di atrocità ad Auschwitz. L’ostilità degli altri verso il suo impegno porta l’uomo sull’orlo del baratro.

I film sull’Olocausto sono moltissimi, ma questo diretto dal 50enne Giulio Ricciarelli, nato a Milano e cresciuto in Germania, attore dal 1990 e regista al suo primo lungometraggio, racconta un momento particolare e poco conosciuto: quello in cui la Germania, ben tredici anni dopo la fine della guerra, cominciò a prendere coscienza delle proprie responsabilità nei crimini nazisti, peraltro già processati a Norimberga. Con gli occhi dell’ignaro protagonista, lo spettatore scopre con indignazione e compassione gli orrori dei campi di sterminio grazie a una struttura narrativa da thriller, che però offre un’accurata ricostruzione storica delle indagini utili per il processo di Auschwitz, a Francoforte dal 20 dicembre 1963 al 20 agosto 1965.

Alessandra De Luca