IL (NUOVO) CINEMA È DONNA: INTERVISTA A PAOLA MINACCIONI

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Ciak, tra una prova e l’altra dello spettacolo teatrale Voi Siete Qui, ha incontrato Paola Minaccioni, parlando con lei del suo amore per i palcoscenici e facendo il punto della situazione sulla salute della commedia (all’) italiana

Cinema, radio, televisione e anche tanto teatro. Con un’agenda costantemente piena di progetti, Paola Minaccioni è senza alcun dubbio una delle interpreti più ricercate e apprezzate del panorama italiano. In sala con la commedia di Carlo Vanzina Torno Indietro e Cambio Vita, Paola Minaccioni si sta concentrando anche sul suo grande amore per il palcoscenico. Infatti, dopo un periodo di stop, il 12 novembre debutterà all’Ambra Jovinelli di Roma con la pièce teatrale Due Partite, scritto da Cristina Comencini, diretto da Paola Rota e interpretato da Giulia Michelini, Caterina Guzzanti e Giulia Bevilacqua. Ma non è tutto perché a inizio 2016 sarà protagonista del suo Voi Siete Qui, portandolo in anteprima il 26 luglio a Tivoli, in occasione del Festival Tivoli Chiama, e poi nella Capitale, il 12 agosto, negli splendidi Giardini dell’Accademia Filarmonica. Uno spettacolo che è un monologo, una sorta di flusso di coscienza che fa parlare tutte le spassose caricature inventate da Paola Minaccioni, diventate un cult grazie alla sua personale, colorata e frizzante comicità.

Paola MinaccioniPaola, oltre il cinema tanto teatro. Stai per presentare in anteprima il tuo Voi Siete Qui. Cosa ci racconti dello spettacolo? Tra l’altro è il tuo primo monologo.
Non ho mai amato il cabaret a teatro, ma grazie a Veronica Cruciani, una regista eccezionale, ho conosciuto Michele Santeramo, un drammaturgo pluri-premiato, che mi ha aiutato a trovare una struttura teatrale ad uno spettacolo comico. Voi Siete Qui è una raccolta dei miei personaggi e parla di Mario, un signore di 105 anni, unico uomo in una strana famiglia di sole donne, che sparisce all’improvviso. Loro cominciano ad indagare, compresa una giornalista televisiva a caccia di scoop, ma poi finiscono per parlare inevitabilmente di sé stesse.

Emozionata?
Senza dubbio. Questo è un bel modo per raccontare quello che ho fatto, sono e rappresento. Adesso, più che emozionata, sono anche affannata, perché un’ora e un quarto su di me è tanto tempo, ma è un limite che voglio superare.

Poi a novembre ci sarà il debutto all’Ambra Jovinelli di Roma con la pièce teatrale Due Partite
È un progetto bellissimo! Ho delle colleghe meravigliose e adoro il testo di Cristina Comencini, tra l’altro la regista anche in questo caso sarà una donna. Mi mancava il teatro, dopo un anno di stop. Infatti, grazie ad Io Sono Qui, che mi rimette in gioco sul palcoscenico, sto ritrovando il gusto di fare l’attrice. Il nostro è un mestiere che va alimentato, ricordando dove si vuole andare. Il mercato spesso ti porta lontano da quello che sei e quando lavori, alcune volte, fai sempre lo stesso ruolo o spettacoli di un certo tipo, quando magari vorresti fare un’altra cosa…

È difficile interpretare un’opera già portata in teatro, oltre che al cinema?
No, in verità no. Il testo parla anche di un contrasto generazionale, e c’è l’idea, dopo dieci anni dall’ultima rappresentazione, di mettere a confronto un’altra generazione di attrici. Questo poi è un testo tristemente contemporaneo, e non mi spaventa, anzi.

Sei in sala con la commedia Torno Indietro e Cambio Vita di Carlo Vanzina. Progetti cinematografici futuri?
Posso dire che adoro Carlo Vanzina, lui mette tutti a proprio agio sul set e, infatti, farò un’altra commedia con lui. Poi ho un altro film in agenda, con Vincenzo Salemme, circondata da bravissimi attori, tutti maschi…

Paola MinaccioniCome sta secondo te la commedia italiana?
C’è stato un overbooking di commedie. Il pubblico è stanco di vedere sempre la stessa formula, le stesse cose. Bisogna cercare qualcosa di originale ma che parta da una necessità di un autore comico e non da esigenze di mercato. Per certi aspetti era meglio quando c’erano due generi diversi: la commedia commerciale e quella ricercata. Ora c’è una sorta di ibrido e quindi le persone, che non sono sciocche, non riconoscono più il film perché ci sono gli stessi attori in tutte le commedie e sono sicura che anche esplorando realtà minori e circuiti più piccoli si possano scoprire cose nuove. Ci vorrebbe un pochino più di coraggio, dai.

Tu sei una delle donne più attive del cinema italiano ma, come hai detto, uno dei tuoi prossimi film avrà un cast quasi completamente al maschile. Pensi, come sta succedendo negli USA, che il cinema sia sessista? Avverti la stessa cosa in Italia?
In Italia i film con le donne in primo piano non vengono prodotti, nemmeno portati avanti. Si dà per scontato che il pubblico vada a vedere gli uomini e un cambiamento, visto che se ne parla, dovrebbe cominciare ad essere messo in atto. Noi siamo fortunate quando siamo le ”compagne di…” oppure le co-protagoniste. Quando c’è un protagonista maschile va bene, ma limitare tutto il resto è sbagliato. Nel cinema le donne fanno fatica e, purtroppo, non solo nel cinema…

Damiano Panattoni