IO, JOBS, IL PUNK E TRAINSPOTTING 2

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GLI ANNI OTTANTA

«Se mi è venuta nostalgia degli anni Ottanta girando Steve Jobs? No, per nulla, anche perché non appartengo a quel decennio. Sono nato a Manchester nel 1956 quindi avevo vent’anni nel momento in cui il punk era all’apice e quindi sono rimasto un punk anche nel decennio successivo, nonostante il genere stesse ormai scomparendo. Però, riguardo agli anni Ottanta, una delle cose curiose che vedete nel film sono i vestiti delle persone nel pubblico durante i tre eventi: abbiamo convocato tremila persone e non potevamo pagare i costumi per tutti così abbiamo chiesto loro di venire vestiti anni Ottanta. E lo hanno fatto davvero. C’erano dei colori e dei tagli orrendi…».

IL TEATRO
«”La semplicità è la suprema sofisticazione”. Questa frase di Leonardo Da Vinci era uno dei motti preferiti da Jobs ed è per questo che nel dirigere il film ho voluto essere il più semplice possibile, non avevo scelta. Ho lavorato molto a teatro, ma, onestamente, non ho mai avuto a disposizione una piéce scritta tanto bene come quella di Aaron Sorkin e quindi sapevo che dovevo mettermi al servizio delle parole, prima di tutto. Uno dei motivi per cui adoro The Social Network, altro script firmato da Sorkin, è proprio per la regia di David Fincher, che si lascia portare dal linguaggio».

STEVE JOBS
«Jobs era un pianeta attorno cui gravitavano migliaia di altri pianeti. E ancora è così, ancora oggi, quindi è difficile dire se fosse un eroe o un antieroe. Ci sono suoi comportamenti che non sono accettabili, credo si possa essere geniali ma educati allo stesso tempo, non è vero che una cosa escluda l’altra. La domanda è: ma è accettabile che lui, a soli ventisette anni, si fosse comportato in quel modo durante il lancio di un prodotto che non ha poi nemmeno funzionato? Non lo so, è un mistero. Ma ci sono anche persone educate piene di talento. Non so se avete mai letto Easy Riders, Raging Bulls, il libro sui grandi registi degli anni Settanta, poi diventato anche un documentario. Erano dei geni, ma erano orribili. Specialmente nei confronti delle donne».

GLI ATTORI
«Michael Fassbender, Kate Winslet, Seth Rogen, Jeff Daniels. Ha ragione AaronSorkin: non sono stati solo attori sul set di Steve Jobs, ma dei grandi virtuosi, dei grandi musicisti in grado di suonare il loro strumento come pochi altri. E io ho dovuto cercare di farli suonare nel modo giusto, di rendere armoniosi i loro movimenti e le loro parole. Quasi come un direttore d’orchestra».

IL PUNK
«L’energia del punk? No, non mi ha mai lasciato, ce l’ho ancora addosso anche se tra pochi mesi compirò sessant’anni. Non credo mi abbia mai abbandonato in tutta la mia carriera, anche se credo non ci sia stato più nulla di simile in musica, o almeno io non l’ho più trovato. Forse la house, per un breve periodo, ma in maniera molto più gentile e quieta».

TRAINSPOTTING 2
«Ancora non sappiamo se lo chiameremo Porno come il libro di Irvine (Welsh, nda) oppure Trainspotting Two o T2, ancora non ne siamo sicuri. Le riprese le finiremo a fine giugno, probabilmente, per poi riuscire a uscire alla fine dell’anno e celebrare il ventesimo anniversario del primo Trainspotting. Sembra incredibile: questi vent’anni sono volati via in un lampo. I tempi sul set sono molto stretti, perché sia Robert Carlyle che Jonny Lee Miller sono impegnati negli Stati Uniti per i loro progetti televisivi e hanno solo pochi mesi disponibili. Ma al momento tutto sembra andare per il meglio…».