JOSEPH FIENNES: «DOPO “SHAKESPEARE IN LOVE” E “RISORTO”, SARÒ MICHAEL JACKSON »

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Abbiamo incontrato a Roma Joseph Fiennes, che in Risorto indaga sulla resurrezione di Cristo come in una detective story. E che presto entrerà nei panni di Michael Jackson

DI ALESSANDRA DE LUCA

risortoIl mistero della resurrezione di Cristo raccontato come fosse una detective story. Un corpo scomparso dal sepolcro che lo custodiva, un’indagine per scoprire cosa è davvero accaduto al Nazzareno crocefisso tre giorni prima. Risorto di Kevin Reynolds, che la Warner distribuirà nelle sale il prossimo 17 marzo, unisce come in matrimonio gli scritti del Nuovo Testamento con la finzione del personaggio del Clavio (Joseph Fiennes), tribuno militare romano chiamato da Ponzio Pilato per risolvere l’enigma con l’aiuto di Lucius (Tom Felton, ex Draco Malfoy in Harry Potter). Ma l’uomo si troverà davanti a una realtà molto diversa da quella in cui ha sempre creduto mettendo in discussione tutte le proprie certezze. Come accadeva a Keith Carradine ne L’inchiesta il film che Damiano Damiani diresse nel 1986.

Joseph Fiennes, che aveva già frequentato il mondo cristiano nei panni di Lutero, ha trascorso del tempo al fianco di un detective della polizia per imparare le tecniche di un interrogatorio. Ieri a Roma insieme a Maria Botta (che interpreta Maria Maddalena) e ai produttori Michael Liddell e Peter Shilaimon, l’attore di Shakespeare in Love ha partecipato all’udienza di Papa Francesco, mentre oggi il film verrà proiettato alla Santa Sede. «Non avrei mai immaginato – dice Fiennes – che alla fine Risorto ci avrebbe portato fino in Vaticano, dove insieme a tante altre persone abbiamo goduto della presenza di un uomo così speciale come Papa Francesco. Stiamo vivendo un momento storico molto particolare, non riesco a immaginare l’effetto che questo film avrà sul pubblico, ma sarebbe bello che riuscisse a riunire nella stessa sala credenti, non credenti, persone con credi religiosi diversi. Il personaggio di Clavio mi ha consentito di intraprendere un importante viaggio interiore che mi ha fatto riflettere sul tema della redenzione e sulla possibilità di una seconda chance. Mi ha pure lasciato però piedi doloranti e lividi sul corpo perché dovevo indossare sandali e imparare a combattere come i gladiatori ».

risorto«Sono cattolico, ho ricevuto il battesimo – continua l’attore – e successivamente mi sono allontanato dalla religione, ma l’incontro con il Pontefice ha scatenato molte riflessioni. Ogni volta che entro in una cattedrale o in una piccola cappella, per quanto vacillante possa essere la mia fede, provo una profonda emozione. Milioni di persone per secoli hanno pregato tra quelle mura che ora sono come impregnate della loro fede. Realizzare questo film è stato come entrare in un luogo sacro, qualcosa di spirituale ha coinvolto tutto il cast e la troupe, persone provenienti da paesi, culture e religioni diverse ».

E a proposito del prossimo progetto che lo vedrà nei panni di Michael Jackson, confessa la propria incredulità: «Si tratta di un medio metraggio di 20 minuti commissionato da Sky Arte, e non riuscivo a credere che mi volessero nei panni della pop star. Sarà una commedia divertente e satirica che racconta della fuga da New York di Jackson, Liz Taylor e Marlon Brando la notte dopo l’11 settembre. Ci farà sorridere sulle follie di cui sono spesso protagonisti personaggi iconici ». A proposito del lavoro di attore, dichiara di non avere un metodo: «Cerco diverse chiavi di accesso finché non trovo quella che mi permette di entrare in un personaggio ». E con il fratello Ralph non parla di lavoro: «Il tempo che trascorriamo insieme appartiene solo alla famiglia, non c’è spazio per consigli e commenti sul nostro lavoro ». Grande riconoscenza infine per i genitori: «Sono cresciuto tra grandi talenti, ma non ho mai fatto vita da bohémien. I miei due fantastici, sorprendenti genitori mi hanno insegnato a capire il valore della disciplina nell’arte ».