JOVANOTTI E I SUOI FANS DIVENTANO UN FILM

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“Gli Immortali”, il film ideato da Jovanotti, sarà in onda il 4 dicembre su Sky Uno: «Racconta le storie di chi va al concerto, io sono una di queste storie, quella che rende possibile le altre »jovanotti

«Il mio pubblico è sveglio, gente in gamba, che ha un’idea del futuro ». Così Jovanotti nel film Gli immortali (che sono i suoi fans), nato da una sua idea e per la regia di Michele Truglio, in onda il 4 dicembre su Sky Uno alle 22 in prima Tv. E aggiunge: «Il mio pubblico non è una setta ». Per spiegare «la libidine » dello show sottolinea: «Faccio il performer, non faccio il cantante, il palco è tutto. Il tour? Mi piace l’idea della replica, perché la replica è sempre nuova. Ogni sera il concerto è completamente diverso, nonostante la scaletta e le canzoni siano le stesse. È un po’ come Cortona, dove abito: tutti i giorni, guardando fuori dalla finestra, vedo lo stesso panorama, ma ogni volta cambia. Quando sono sul palco… sono una bestia! Non mi relaziono con tutto il pubblico, questo animale mitologico: cerco gli sguardi, le persone ».

jovanottiMa sentiamo come Jovanotti spiega questo (bel) film: «Racconta le storie di chi va al concerto, io sono una di queste storie, quella che rende possibile le altre. Rivedendolo finalmente sul grande schermo (a Milano, alla presentazione per la stampa, ndr) mi sono emozionato perché ormai sono da un’altra parte, sto già facendo un altro tour. Mi veniva da correggere delle cose, per esempio al concerto di San Siro (leitmotiv di tutto il film, ndr) avevo un polsino della camicia sbottonato. Il lavoro di Troglio mi sembra un incrocio riuscito tra cinema e televisione, con un uso della telecamera più da cinema che non da Tv ». Tornando al “suo” pubblico, a chi gli fa notare quanto sia trasversale, risponde serenamente: Â«È un mistero del mio mestiere, che non so spiegarmi ». Ma il mestiere di Jovanotti non cambia: «Tutto per me tende a diventare una canzone, sento quello che gira intorno e devo fare canzoni, solo così mi sento a mio agio. Mi hanno proposto tante volte di diventare attore, anche per ruoli importanti. Ma non sono capace di farlo, farei sempre Jovanotti ».

jovanottiNon vuole lanciare messaggi: «Io scrivo canzoni, mi occupo della forma, il contenuto non dipende da me, è dentro di me ». Del rapporto con la celebrità dice: «In fondo sono come un calciatore, a 18 anni ero già famoso. Posso evitare la popolarità se voglio, basta andare a… Vladivostok, dove non mi conosce nessuno, fa parte dei privilegi, non è un problema e poi c’è sempre mia moglie a farmi tornare immediatamente con i piedi per terra. Magari dicendomi: “Porta giù la spazzatura e fai la vaccinazione al cane”, proprio il giorno dopo che sessantamila persone erano allo stadio ad ascoltarmi! Rispetto a qualche anno fa, è cambiata una sola cosa: prima in dieci secondi facevi un autografo, adesso con il selfie ci vuole almeno un minuto e mezzo. In questo caso la tecnologia non ha aiutato ad accorciare i tempi! ».

Giacomo Airoldi